La stazione dei bagagli smarriti: recensione

E ancora una volta la penna di Ornella De Luca ha fatto centro, tingendosi di emozioni, per regalare ai lettori due personaggi fragili, tormentati e pieni d’amore. Stiamo parlando de La stazione dei bagagli smarriti, terzo appuntamento letterario con The orphanage series, che narra le vicissitudini di Daniel e Ivory Wright, fratello e sorella per la legge, ma anime gemelle per i loro cuori.

Daniel Wright vive secondo regole ben precise. Sa che ogni mattina deve svegliarsi due ore prima dell’inizio delle lezioni per andare a correre, farsi una doccia, prendere un caffè e attraversare la città grazie ai mezzi pubblici, arrivando al college almeno cinque minuti in anticipo.

Sa che, finito il turno serale come barman, dormirà al massimo quattro ore prima di ricominciare la giornata ancora una volta. E ancora una volta. Ogni minuto della sua vita è programmato con precisione chirurgica, e la medicina è proprio la sua vocazione. Il presente è gestibile, il futuro è organizzabile, ma il passato non si può cambiare. È l’unica ferita che Daniel non sa suturare.

Ivory Wright è adrenalina pura. Ama viaggiare zaino in spalla, fare bungee jumping, sparare al poligono di tiro e scalare pareti rocciose. Il brivido causato da ogni attività ad alta tensione l’aiuta a mantenersi in vita, come un defibrillatore che ha il potere di riesumare per un istante la parte di sé ormai morta.

La solitudine, il rifiuto, la povertà, la fame, l’autolesionismo, tutto può essere superato grazie al desiderio di esistere e di lasciare un segno in questo mondo. Un obiettivo raggiunto grazie a “La stazione dei bagagli smarriti”, il locale che ha aperto a New York con tanti sacrifici, un posto magico dove si realizzano i sogni delle persone e si ritrovano i bagagli smarriti degli sfortunati viandanti.

Peccato sia proprio la valigia contenente il suo cuore quella che Ivory non riesce a trovare. Il bagaglio dimenticato in una stazione deserta, nell’eterna attesa di qualcuno che è partito e non è mai più tornato. L’amore che la sorte le ha donato, che la sorte le ha tolto.

Insomma, già dalla trama è facile intuire angosce, palpitazioni e un viaggio tra passato e presente nelle vite dei due protagonisti. Dall’incontro che li ha resi prima amici e poi fratelli, alla gara contro il tempo per cambiare il corso degli eventi e perdonare infine se stessi. Saranno un testamento milionario, un segreto nascosto per viltà, un gatto pasticcione in cerca dei suoi padroni e una berlina scura appostata dietro l’angolo che consentiranno a Daniel e a Ivory di cambiare le carte in tavola per sempre.

E se ve lo state chiedendo, la risposta è sì. Come per gli altri libri della serie (Adesso apri gli occhi e L’ultima lanterna della notte), anche La stazione dei bagagli smarriti è un romanzo appassionante, ben strutturato e coinvolgente. I personaggi sono ben delineati e la narrazione corposa rivela le sfumature agrodolci della loro vita fino a regalare al lettore un meraviglioso tuffo al cuore. Consigliato a tutti i sognatori e a chi crede fermamente nelle seconde opportunità offerte dal destino!

 

Silvia Casini

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