Villetta con ospiti: recensione

Regista sempre attento al lato sociale delle trame che propone, Ivano De Matteo è una figura che nel nostro panorama si è mosso anche in altre svariate vesti, quella di attore soprattutto, tanto che lo ricordiamo innanzitutto come il Puma della serie tv Romanzo criminale; dopo aver esordito nel 2002 dietro la macchina da presa con la commedia amara Ultimo stadio, il nostro si mosse su questi passi realizzando altri titoli, ma con occhio sempre più aspro verso il contemporaneo che viviamo.

Tra questi film il più elogiato ad oggi risulta essere Gli equilibristi, con un intenso Valerio Mastandrea, ed ora De Matteo torna sui grandi schermi con un altro soggetto immerso nella costante quotidianità a doppia faccia di oggi, narrando un oscuro trattato sul lato ambiguo di alcune famiglie altolocate.

E’ a questo che guarda il qui presente Villetta con ospiti, ambientato tra le terre del Nord Italia avvalendosi di un cast militato dalla presenza di Marco Giallini, Michela Cescon, Massimiliano Gallo, Erica Blanc, Bebo Storti e Vinicio Marchioni; in questo sfondo si ambienta la storia della famiglia composta da Giorgio (Giallini) e Diletta (Cescon), due coniugi sposati con figli, tra cui l’adolescente Beatrice (Monica Billiani), appartenenti alla classe sociale d’elite del luogo.

Nel loro contesto si muovono anche altre realtà, come quelle legate al mondo extracomunitario, dove vivono la domestica Beatrice (Cristina Flutur) e il figlio di quest’ultima Adrian (Ioan Tiberiu Dobrica), provenienti dalla Romania e legati a Giorgio e Diletta perché al servizio della mamma di quest’ultima, la signora Miranda (Blanc).

Ben presto però questo giro di vite, fatto di segreti e profondi rancori, porterà a galla il lato oscuro di ognuno di loro, dove l’esito finale rivelerà molte verità che mai si sarebbero immaginate.

Con un titolo che sembra richiamare chissà quale rimembranza di tipo agatachristiana, Villetta con ospiti è sì un lungometraggio che cerca di miscelare puro dramma italiano con qualche venatura thriller, ma proprio per questa sua consapevolezza di essere molto più di un semplice prodotto di tensione finisce col dimostrare tutti i suoi punti deboli.

Non che De Matteo sia un regista incapace nel gestire una determinata messa in scena, anzi le varie descrizioni sociologiche della storia sono anche ben gestite, ma ciò che poi manca in toto è una vera e propria conclusione, lasciando sul vago andante tutto ciò che riguarda lo spiazzante epilogo.

La storia è divisa in due parti ben distinte, puro dramma la prima, thriller viscerale la seconda, ma nel complesso l’opera non sembra avere solide basi su cui reggersi, dimostrando quella debolezza tipica del cinema di denuncia del panorama italiano (e poi diciamocelo, l’incontro/scontro romeni-italiani fa molto retrò anni ’90) e tirando le somme in una conclusione ambiziosa ma non all’altezza della situazione, vero e proprio neo della narrativa di De Matteo stesso (medesimo problema lo si poteva riscontrare in titoli come I nostri ragazzi e La vita possibile).

Si possono notare delle buone caratterizzazioni ed interpretazioni nei protagonisti Giallini e Cescon, ma il migliore del lotto è il viscido poliziotto interpretato da Gallo, come anche delle inutili partecipazioni come quelle di Storti, della Blanc e di Marchioni (nei panni del prete Don Carlo), solo che Villetta con ospiti è un film debole e indeciso, a tratti intrigante ma molto futile nelle intenzioni e nei risultati, vuoto come quei titoli nostrani appartenenti al cinema sociale di circa vent’anni fa, senza mai uscire dall’epoca in cui sono stati realizzati, dimenticati col passare del tempo, come è giusto che sia.

Mirko Lomuscio