Vi presento Christopher Robin: recensione

Distribuito da 20th Century Fox, il film Vi presento Christopher Robin vi porterà nel toccante mondo dei retroscena sottostanti la creazione di Winnie the Pooh.

La pellicola, diretta da Simon Curtis (Marilyn, Woman in gold), porta, infatti, sul grande schermo l’intima ed emozionante storia dello scrittore inglese A.A. Milne (interpretato da Domhnall Gleeson), e di suo figlio Christopher Robin (Will Tilston) i cui giocattoli stimolarono la fantasia e l’estro creativo del padre che per lui (e poi per milioni di bambini) diede vita all’animato e incantato universo del candido orsetto Winnie the Pooh.

A livello narrativo, il lungometraggio, che si basa sulla biografia di Ann Thwaite del 1990, AA Milne: The man behind Winnie-the-Pooh, fa leva sugli aspetti inediti dietro la storia dell’orso abitante nel famoso bosco dei cento acri e dei suoi deliziosi compagni di avventure (Ih-Oh l’asinello, Pimpi il maialino, Tigro la tigre saltellante, la mamma-canguro Kanga e il suo piccolo Ro), ovvero sulla necessità di ripresa, dopo il primo conflitto mondiale, che spinse molti lettori ad appassionarsi alle vicende piene di speranza racchiuse nei fantasiosi racconti di Milne, nonché sul successo mondiale che travolse la sua intera famiglia, tra cui la moglie Daphne (incarnata da Margot Robbie) e la sua tata Olive (interpretata da Kelly Macdonald), ma soprattutto il piccolo Christopher.

All’epoca, Alan Alexander Milne, per gli amici Blue, era un celebre scrittore di commedie che soffriva di stress post traumatico a causa degli orrori bellici e faticava ad adattarsi alla vita mondana assieme alla moglie Daphne.

Neanche la nascita di Christopher Robin, soprannominato Billy Moon, pareva scuoterlo dal torpore mentale, fin quando, un giorno, iniziò a sviluppare con suo figlio un rapporto basato sulla complicità e sul gioco.

E proprio grazie all’immaginario del bimbo e dei suoi peluche, Blue, affiancato dall’amico illustratore Ernest Howard Shepard, decise di scrivere e pubblicare dei racconti capace di toccare il cuore di grandi e piccini.

La gloria, però, finì per travolgere totalmente Christopher che avrebbe preferito affetto, amore, ma soprattutto che quei giochi rimanessero privati.

Così, la popolarità determinò l’infelicità di Billy, la cui vita ed essenza vennero date in pasto alla massa e l’apparente magico idillio diventò un tunnel nero senza fine, fatto di solitudine, bullismo e guerra.

È in questo modo che il biopic passa in rassegna l’inedita vicenda umana sottostante l’amato personaggio dei libri illustrati per bambini, che prima di divenire un orsetto ghiotto di miele ad opera della sagace penna dello scrittore britannico, era un normale pupazzo di pezza.

Infatti, l’inseparabile compagno di giochi del piccolo Christopher sarà la fonte di ispirazione di A.A. Milne, che ritrovata un po’ di pace interiore, poserà la matita sul quaderno per andare a divertirsi un po’ col figlio, per poi correre nel suo inviolabile studio e prendere nota di tutte le avventure vissute.

Il punto è che non sa che un clamoroso trionfo si profilerà presto all’orizzonte causando uno straordinario e al contempo inquietante accadimento: le divertenti imprese di Christopher Robin e dei suoi amici di pezza restituiranno speranza all’Inghilterra scossa dalla prima guerra mondiale, ma d’altro canto attaccheranno addosso a Billy Moon l’etichetta di “eterno bambino” e di “personaggio letterario”, una fama dalla quale non riuscirà a liberarsi neanche da adulto.

Per quanto concerne le performance dei singoli attori, Domhnall Gleeson è compassato ed è molto bravo a tratteggiare i sintomi dello stress post traumatico; Margot Robbie delinea perfettamente il carattere frivolo e fragile di Daphne; Kelly Macdonald è empatica quanto basta per rendere il calore umano della tata Olive.

Altrettanto convincenti sono le interpretazioni di Will Tilston e Alex Lawther, rispettivamente Christopher Robin da bambino e da ragazzo.

In definitiva, Vi presento Christopher Robin è un film coinvolgente e commovente che difficilmente vi lascerà indifferenti, persino le musiche di Carter Burwell e la splendida fotografia di Ben Smithard, vi toccheranno nel profondo, perché di per sé la pellicola sa regalare emozioni forti contornate da un’aurea drammatica, ma al contempo poetica, che con grande onestà, alzano il velo dietro la fortunata nascita dell’orsacchiotto Winnie Pooh, attualmente una delle principali icone dell’universo Disney, nonché uno dei suoi personaggi più redditizi.

Quindi, vi avvisiamo: portate i fazzoletti e lasciatevi trasportare da quest’opera appassionante. Il vostro cuore vi ringrazierà.

 

Silvia Casini

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