This beautiful fantastic: recensione

Il regista Simon Aboud, arriva nelle sale cinematografiche italiane l’11 maggio 2017 con This beautiful fantastic, prima distribuzione dalla Ambi Media Italia, nuova realtà italiana.

This beautiful fantastic è una romantica favola moderna, dai toni fluidi, piacevoli, con la giusta dose di spessore che rende il vero significato del racconto ancora più profondo.

 

Al centro di tutto c’è l’amicizia tra la protagonista Bella Brown, la cui interpretazione soave di Jessica Brown Findlay la rende estremamente sensibile, mettendone in luce tutte le fragilità dell’anima, e il burbero vicino di casa Alfie Stephenson, il cui volto è quello di un ironico Tom Wilkinson, splendido nella sua dolcezza celata dietro il sarcasmo e le battute taglienti e spiritose.

Un’amicizia molto particolare, poiché Bella, abbandonata da piccola, dovrà affrontare la sua mania per l’ordine ossessivo e la fobia per la natura, dal momento in cui il suo padrone di casa le imporrà di occuparsi del giardino pena lo sfratto. E sarà proprio grazie allo scontroso anziano Alfie che, discretamente e senza che lei se ne accorga, supererà tutto, facendo venir fuori il suo mondo interiore.

 

Bella, la quale coltiva il sogno di scrivere libri per bambini, viene vista come una ragazza stravagante nel suo modo di essere, e per questo, in un certo senso, emarginata dalla società e spinta a chiudersi in se stessa. Questa tematica è molto attuale, visto che, di frequente, si tende a giudicare dalle apparenze o per sentito dire, costringendo le persone a una solitudine forzata, senza dar loro l’opportunità di farsi conoscere, ignorando e non rispettando il vissuto e i tempi che appartengono ad ognuno di noi. Ovviamente, poi, il tutto è aggravato ulteriormente, dalla pigrizia, se così si può dire, di non voler approfondire il carattere e la personalità di un perfetto sconosciuto.

La metafora del giardino che rifiorisce, con pazienza e cura, simboleggia la rinascita dell’anima, come lo spirito, tenuto nascosto fino a quel momento, di Bella, pulito, sincero e timoroso di non essere compreso, e che invece si mostrerà in tutto il suo splendore grazie ad Alfie, perché la spronerà senza forzarla e la consolerà standole accanto all’occorrenza. Un rapporto che assume le sembianze di un legame tra nonno e nipote, affettuoso anche nei rimproveri, e che la porterà a un’apertura totale, nei confronti di un mondo che finora le era stato ostile, guidandola e facendole riscoprire i valori dell’amore, dell’amicizia e della fiducia nel prossimo.

La fotografia di Mike Eley sottolinea la poesia di Londra accentuandone l’atmosfera da fiaba soffusa e serena. Il racconto è scorrevole, i vari personaggi, tra cui Jeremy Irvine, nel ruolo dell’innamorato Billy Tranton, e Andrew Scott, nella figura dell’amico/governante, prima di Alfie successivamente di Bella, sono ben rappresentati in tutte le loro sfumature, così come le loro storie personali sono ben descritte, tant’è che si intrecciano alla perfezione illustrando solitudini, insicurezze e timori.

This beautiful fantastic, in conclusione, è una splendida e moderna fiaba di amore e di amicizia, coinvolgente, sensibile e coraggiosa, il cui concetto di non fermarsi alle apparenze e ai pregiudizi, ma tentare di conoscere la gente, rispettandone il pensiero, gli spazi e i tempi, è ben chiaro, anche perché negarsi il contatto umano a priori significa respingere a prescindere di scoprire mondi interiori bellissimi e nuovi.

 

Emanuela Giuliani

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