The greatest showman: recensione

Preparatevi perché The greatest showman sta per arrivare e ve lo diciamo subito: il film sulla storia vera di P. T. Barnum, il creatore dello show business che con il suo spettacolo meravigliò il mondo intero, promette grandi emozioni già dalla sua magnifica opening scene.

Diretto dall’esordiente Michael Gracey, The greatest showman vanta un cast stellare: Hugh Jackman, Michelle Williams, Zac Efron, Zendaya e Rebecca Ferguson. Le musiche originali sono firmate da Benji Pasek e Justin Paul, vincitori del Premio Oscar per La la land.

In poche parole, questo Natale sarà davvero magico: verrete catapultati nel favoloso universo di  P.T. Barnum  e vedrete Hugh Jackman nei panni di un inguaribile sognatore con gli occhi pieni di meraviglia. Di fatto, il musical ispirato all’immaginario di un visionario, è affascinante, trascinante e scintillante.

“P.T. Barnum è ciò che descriveremo ora come un innovatore. Era convinto che la vita dovesse essere divertente, nel 1850 l’America non era come la conosciamo oggi, in quel tempo l’idea di intrattenimento fine a se stesso era considerato quasi un male, ma questa considerazione non ha fatto altro che alimentare il fuoco di Barnum che decise di vivere la vita dei suoi sogni”, ha detto Hugh Jackman in merito al suo personaggio.

Le melodie sono strabilianti, le scenografie suntuose e dettagliate, grandiosi anche i costumi realizzati a mano e disegnati da Ellen Mirojnick (vincitrice dell’Emmy per Behind the candelabra).

Jackman è energico; Keala Settle è bravissima e credibile nel mettere in scena, vocalmente e non, le sofferenze e il coraggio della donna barbuta; Rebecca Ferguson, nel ruolo di Jenny Lind, è ammaliante e splendente; Zac Efron è combattuto e soggiogato dalla bella Zendaya; il resto dei freaks è ben amalgamato e ognuno vanta peculiarità fisiche e cicatrici nell’anima che lasciano il segno e fanno riflettere.

Inoltre, i valori come l’amore, la famiglia e la diversità culturale non fanno altro che configurare il film come una vera celebrazione del genere umano, perché Phineas Taylor Barnum ebbe l’intuizione di mostrare in pubblico le abilità atletiche di coloro che venivano derisi per i loro handicap e messi alla berlina da una società incapace di accettare il prossimo.

Barnum voleva far divertire le persone, dispensando sorrisi e felicità, tramite uno show eccezionale e immaginifico. Il lungometraggio, infatti, punta sul colore, sul ritmo, sull’entusiasmo, sull’energia e sulle emozioni.

Visivamente fragoroso, ricco e vibrante, The greatest showman è un inno alla vita, perché nel circo di Barnum, i difetti dei freaks (da sempre presi di mira dalla massa pronta a bollarli come mostri) divengono l’emblema della diversità, il tratto distintivo della loro irripetibile personalità. E a suggellare il simbolismo del film ci pensano anche le musiche a tratte toccanti e incisive.

In conclusione, vale davvero la pena vedere The greatest showman, perché è in grado di intrattenere e di commuovere, ma soprattutto di offrire agli spettatori uno spettacolo che è pura magia.

 

Silvia Casini

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