Scream 6: recensione

Dato che il riavvio della saga avvenuto lo scorso anno sembra essere riuscito a colpire nel segno ai botteghini, ecco quindi che in sala spunta in poco tempo un nuovo sequel della serie creata dal duo Wes Craven/Kevin Williamson nel 1996; stiamo parlando ovviamente di Scream e della nuova operazione restyling che è stata effettuata nel 2021, grazie ad un quinto lungometraggio diretto in tandem da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gyllett (quelli di Finché morte non ci separi e La stirpe del male), atto a rinverdire i fasti di una formula vincente che si trovava dietro la trama gialla di quei film.

Con il medesimo cast, almeno quello sopravvissuto, del capitolo precedente, Sream 6 cambia totalmente ambientazione e dalla solita Woodsboro si passa a New York (cambio di location che si accoda alla Hollywood del terzo film), dove le sorelle Sam (Melissa Barrera) e Tara Carpenter (Jenna Ortega) stanno cercando di lasciarsi alle spalle ciò che avvenne nella loro città natale solo un anno prima, rifacendosi una nuova vita.

Solo che qualcuno, vestito da ghostface, trama nell’ombra, lasciando una lunga scia di sangue e ossessionando le due sorelle, portandole nel mezzo di un nuovo incubo che porterà a galla micidiali verità.

Quando si ha a che fare con un nuovo appuntamento della serie Scream è ovvio che l’approccio da assumere è quello di ripassare totalmente la storia del cinema horror, perché, come sappiamo, ogni singola riga di trama, oppure di dialogo, qua presente sarà riferito a tutto ciò che ha fatto celebre il noto genere cinematografico; preoccupazione principale dei suoi realizzatori e cosa che questo sesto capitolo si preme di fare, portando in scena un intreccio nuovo sullo sfondo di una sequela di omicidi splatter, che siano all’arma bianca o addirittura con armi da fuoco (da citare un’avvincente scena ambientata in un minimarket).

E al di fuori di questo, Bettinelli-Olpin e Gillett riescono a dare vita ad un nuovo capitolo che, a suo modo, risulta essere più avvincente del precedente film e che , con una certa originalità, riesce a creare suspense con giochetti registici degni di un vero appassionato di horror.

Inoltre stavolta lo script, steso da James Vanderbilt e Guy Buscik, trascina lo spettatore fan nel mezzo di una linea narrativa che guarda ai vecchi capitoli della saga (il killer possiede dei memorabilia sugli omicidi di Woodsboro) e che, proprio grazie a questo, riesce a sviscerare delle novità creative degne di nota, creando un meta cinema che va oltre le aspettative.

Unico neo è che, a conti fatti, quando i nodi si sciolgono, Scream 6 potrebbe anche risultare fin troppo simile ad altri vecchi sequel di questa serie, sfruttando in fin dei conti troppo poco l’ambientazione newyorchese e risultando, per certi versi, ripetitivo nelle intenzioni; un difetto che può anche passare in secondo piano, perché i suoi spaventi e colpi di scena questo capitolo li regala, sfruttando a dovere la presenza di un cast già matricolato con il reboot del 2021, ed in tal caso vale la pena citare il duo Barrera/Ortega, o appartenenti alla vecchia serie di Scream, quella craveniana, come Courtney Cox e l’Hayden Panettiere del quarto film (manca purtroppo Neve Campbell, non presente per motivi di cachet), inserendo poi delle new entry come Devyn Nekoda, Liana Liberato, Jack Champion e il veterano Dermot Mulroney, più una partecipazione di Samara Weaving e Tony Revolori.

C’è da dire che la riuscita di Scream 6 innanzitutto è che guarda agli appassionati di cinema horror con molto rispetto, portando su grande schermo una visione che mostra anche parentesi intelligenti sul fatto di essere parte di una mitica saga (notevole il discorso sul riavvio delle saghe classiche nei 2020) e intavolando un nuovo giallo horror raccapricciante quanto basta.

E giunti alla sesta avventura risultati del genere possono andare bene anche al più esigente degli appassionati di horror.

Mirko Lomuscio