Ralph spacca Internet: recensione

Secondo sequel Disney ad essere anche un classico della casa di produzione più famosa del mondo, dopo Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri, seppur il primo film non desse per nulla l’idea della necessità di un sequel, Ralph Spacca Internet è una pellicola del 2018 diretta da Phil Johnston e Rich Moore, che in precedenza avevano diretto sia Ralph Spaccatutto sia Zootropolis.

Sei anni dopo i fatti accaduti nel primo film, Ralph e Vanellope sono ormai diventati inseparabili, seppur la piccola racer desideri qualcosa di più della monotonia di tutti i giorni (non suona una campanella?). Per questo Ralph cerca di aiutarla, ma combina un disastro che danneggia Sugar Rush e rischia di farlo sparire dalla sala giochi.
Dunque, approfittando dell’avvento del Wi-Fi all’interno del centro arcade, Ralph invita Vanellope ad entrare nel mondo di Internet per trovare un pezzo di ricambio e rimediare al suo errore.

La più grande preoccupazione per questo film era che si potesse trattare di un nuovo Emoji Movie e che per questo desse troppa importanza al contesto in sé, piuttosto che concentrarsi sulla trama e sullo sviluppo dei personaggi.
Conta anche il fatto che, come detto prima, si tratta di un sequel non necessario di un film ben riuscito e che ha un finale capace di soddisfare chiunque.
Fortunatamente non è stato così: Ralph spacca Internet riesce sia a districare una buona storia sia a dare una serie di scaltre e divertenti idee per rappresentare la rete.

Che siano quei fastidiosi popup che tutti noi abbiamo imparato a detestare, il funzionamento di ebay, il metodo facile per guadagnare soldi su “non” YouTube, l’ambientazione ricalca in maniera astutamente congegnata la struttura della piattaforma grazie alla quale oggigiorno il mondo va avanti e, forse, non riesce a stare senza, e il modo il cui Ralph e Vanellope interagiscono con essa è adorabilmente coinvolgente come sembrerebbe. Non esplorano naturalmente tutto, sarebbe impossibile, ma quel che vedono basta e avanza per lo spettatore.
L’animazione grafica è migliorata di molto, rispetto al primo film, che già era realizzato bene dal punto di vista tecnico. Johnston e Moore sembra abbiano un dono nel saper creare ambientazioni 3D capaci di suggestionare e di invogliare lo spettatore a saperne di più, soprattutto se pensiamo a Zootropolis.

Seppur la Disney si avvalga molto di Internet per il suo merchandise, non manca di criticarne diversi difetti e numerose mode inutili, come le tendenze passeggere presenti nei video più virali.
Come personaggi aggiuntivi troviamo Shank, doppiata dalla Wonder Woman in persona Gal Gadot, un NPC di un videogioco di corse online che darà consigli e aiuti utili soprattutto a Vanellope, e la farà riflettere sul suo ruolo in quel mondo.
Oltre a questo, come si era già visto nel trailer, fanno la loro comparsa anche le storiche principesse Disney, con le quali Vanellope interagirà e stabilirà un’inaspettata connessione. I momenti con loro sfiorano leggermente il cringe, ma riescono nel loro intento ultimo: intrattenere.
Quest’ultima vorrebbe essere una non troppo velata critica al passato estremo classicismo della Disney, tuttavia si vede come, nonostante questo, si voglia rimanere fedeli ai propri tropi: Vanellope trova inutili le canzoni delle principesse, eppure ne canta anche lei una. Certo, è una versione più punk e “cattiva” della solita canzone sul volere di più, però se si voleva davvero criticare tale fatto, sarebbe bastato semplicemente NON cantare.

Altro difetto del film, probabilmente il principale, è Ralph stesso. Sembra che in questo film si sia instupidito ulteriormente, oltre ad essere diventato molto più meschino, quasi come l’esperienza della sua precedente avventura fosse servita a poco o nulla.
L’hanno sicuramente reso così in modo da creare una maturazione psicologica nel corso del film, fino all’accettezione finale, però snaturare un personaggio pare eccessivo.
Oltre a ciò, risulta strano che i due protagonisti non abbiano problemi ad abbandonare i loro giochi e un tempo indeterminato, dato che nel primo film abbiamo visto come questo rischiasse di influire sulla loro permanenza nella sala giochi.

Tolti questi buchi di trama e se si riesce a sopportare l’eccessiva modernizzazione delle principesse Disney, Ralph spacca Internet riesce ad essere un buon film d’intrattenimento e, in parte, anche moralmente istruttivo, soprattutto nel finale.
Non uno dei migliori classici Disney, ma comunque piacevole da vedere.

Andrea De Venuto

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