Piccoli brividi 2 – I fantasmi di Halloween: recensione

Vero e proprio nome di prestigio della letteratura adolescenziale, R.L. Stine è colui che è ritenuto un filosofo degli orrori per ragazzi, l’uomo che è dietro alla mitologia di quella raccolta bibliografica che risponde al nome di Piccoli brividi, cioè una serie di racconti incentrati su storielle, per giovanissimi, alla prese con mostri e fantasmi, tanto per poter spaventare lettori in erba in cerca di emozioni (medio)forti.

Una tradizione che ha avuto il suo corso, e il suo successo, negli anni passati, tant’è che nel 2015 si pensò di dedicare a tali scritti un film tutto su loro, con la star comica Jack Black nei panni di Stine stesso ed alle prese con le creature dei suoi libri ultrafamosi; quindi, Piccoli brividi versione cinema ebbe il suo successo, proposto per le festività di Halloween e scelto per l’occasione da milioni di spettatori in vena di brividi grondanti nostalgia anni ’80.

E siccome successo chiama successo, ecco che, ben tre anni dopo quel lungometraggio, arriva puntuale nelle sale un sequel cotto e mangiato per festeggiare la “notte delle streghe” al cinema, tentando magari di bissare la fortuna di quel prototipo che portava la regia di Rob Letterman; Piccoli brividi 2 – I fantasmi di Halloween è un’operazione pensata ovviamente in tutto e per tutto, la quale rientra nei ranghi di seguito meno gonfiato e pur sempre di buone intenzioni, soprattutto quando si tratta di rappresentare l’horror per spettatori in erba.

La trama è ambientata in una ridente cittadina americana, dove Sonny (il Jeremy Ray Taylor di It remake), assieme all’amico Sam (Caleel Harris), gestisce un’attività di sgombero cantine con lo scopo di guadagnare qualche soldo.

Un giorno i due vengono incaricati di ripulire una casa abbandonata, dove dietro ad un camino trovano una stanza segreta; in tale posto i nostri ragazzi ritrovano un libro rilegato in pelle, che una volta aperto porterà loro solo guai, sottoforma del pupazzo malefico Slappy.

Voglioso di vendetta, quest’ultimo sfoggerà tutti i suoi malefici poteri col fine di farla pagare a chiunque, gettando panico nelle strade e portando in vita mostri di ogni dove, proprio durante la notte di Halloween.

Starà a Sonny, con l’aiuto di Sam e della sorella Sarah (Madison Iseman), fermare la furia distruttiva di Slappy, tant’è che in loro aiuto verrà anche l’autore del libro maledetto, cioè R.L. Stine stesso (un Black in versione non accreditata).

Se il primo Piccoli brividi era un prodotto modesto e decente, trasudante spirito di Halloween e un cinema alla Joe Dante ai minimi termini, è anche pur giusto che il suo sequel sia un’opera ancor meno impegnata, pensata e sviluppata per dare l’essenziale in riguardo, ma senza alcuna voglia di stuzzicare altamente la macchina filmica; per la regia dell’Ari Sandel de L’A.S.S.O. nella manica, Piccoli brividi 2 – I fantasmi di Halloween fa lo stesso identico gioco del capitolo precedente, senza però potersi appoggiare sulla presenza di un protagonista di richiamo (come già detto Black è soltanto in partecipazione stavolta) e affidandosi esclusivamente sul culto creatosi attorno agli scritti di Stine, che in queste pellicole viene osannato come fosse uno Stephen King qualsiasi (divertente la frecciatina al suo It).

Tutto quindi è molto ridotto qua, la trama è all’osso e l’invasione mostruosa è proprio gestita in modo molto innocua, senza dover spaventare più di tanto (fantasmi, lupi mannari, streghe, e neanche un cittadino che ne risente del loro influsso malefico), tutti parte di un gioco infantile indirizzato ad un pubblico di giovanissimi e che si adegua sulla mitologia dei libri a cui si ispira; Piccoli brividi 2 – I fantasmi di Halloween ha lo spessore e la valenza di un qualsiasi scherzo fatto nella notte di Ognissanti, se ne dimentica subito dopo averne assistito la visione.

Mirko Lomuscio