Narrativa horror e distopica: intervista esclusiva allo youtuber Mortebianca

Buongiorno, nostri affezionati lettori, oggi ci immergeremo tra i racconti horror e distopici, scritti dallo youtuber Mortebianca. Il suo canale, oltre a pubblicare audioracconti, si cimenta anche in analisi dettagliate su film e videogiochi, soprattutto per quanto riguarda le ambientazioni e le tematiche.

Ciao Mortebianca, parlaci un po’ di te e delle tue passioni.

Sono uno studente di Medicina, ho avuto questo interesse sin da piccolo, probabilmente dalla mia passione per l’horror ed il macabro. La mia più grande passione è la scrittura, persino più antica di quella “medica”, sogno sin da bambino di diventare un giorno uno scrittore le cui opere siano discusse da molta gente e adattate. Ho scritto il mio primo libro all’età di 6 anni (ovviamente non pubblicato). Ho sempre scritto, in varie forme: racconti brevi, libri lunghi, fanfiction su opere altrui. Ma la scrittura si esplica meglio nella Filosofia. E’ la componente più importante di me. Non ho mai smesso di studiarla (non potrei mai, ne soffrirei! :D) e ho sempre scritto saggi filosofici e scientifici sui più svariati argomenti. I miei campi preferiti sono nella Scienza la Fisica Teorica, nella Filosofia l’Etica. Per il resto, mi reputo un avido lettore, mi piace Binge serie su Netflix, il Cinema è qualcosa che non mi faccio mai mancare, sono un patito di cultura nerd (compresi anime e manga) e sono un gamer a livello non agonistico (solo di recente ho iniziato a fare live). Come Hobby secondari, il karate shotokan. Sono anche un sub certificato.

Il nome del canale deriva da un personaggio di Fallout?

No, inizialmente volevo chiamarmi “Altairevenge”, ossia la Vendetta di Altair. Era uscito da poco il gioco di Assassin’s Creed di cui ero un fan accanito. Decisi di “convertire” questo altisonante nome nel più orecchiabile “Mortebianca” che però ne mantiene il senso: Altair è la Morte (un Assassino), Bianca (sia per il colore del vestito, sia perché è una morte necessaria, plasmata da ideali di mantenimento della pace). Il nome viene spesso scambiato per Morte sul lavoro o SIDS o per il soprannome del cecchino più letale della storia.

Quali sono i tuoi generi letterari e filmici preferiti?

Fantascienza a mani basse. Da quando ho letto Asimov non ho mai smesso di appassionarmi a questo genere. La fantascienza permette (come il fantasy) di sognare, ma al tempo stesso mantiene quel confine di realismo che la rende possibile, futuribile, appetibile. Per l’esattezza adoro la soft-science fiction (è giusto lasciarsi andare alla speculazione, sennò la storia stessa diventa fortemente limitata) di stampo space opera (purtroppo alquanto scarna). Il tema che prediligo è quello delle AI. Vale anche per il cinema.

Secondo te, cosa definirebbe un’ambientazione distopica?

Una volta ho descritto una società ideale ad una persona. Tutti erano felici, tutti lavoravano il loro mestiere preferito (che era perfetto per loro). Zero crimine, zero problemi, sovrabbondanza di risorse, tutti sorridevano SEMPRE. Nessuno era obbligato, non c’erano fregature e non c’erano problemi “dietro” a spiegarlo. Mi disse che era una delle storie più spaventose che avesse mai sentito. Da allora ho sempre pensato (visto anche che molte delle più famose utopie, secoli dopo, le consideriamo distopie) questo: una distopia è una società in cui si raggiunge (o si supera) l’Uncanny Valley della Sociologia. Nel momento in cui diventa così diversa da noi che “Qualcosa sembra storto”, ecco che inizia la distopia ed è finita l’utopia. Uncanny valley però in termini di concetti, non in termini “quantitativi”. Ad esempio la società di Futurama è mostruosamente diversa dalla nostra, eppure non sento nessuno lamentarsi di quel mondo, perché fondamentalmente è identico al nostro (al posto dei problemi tra etnie abbiamo i problemi
tra specie, gli stereotipi si spostano su scala macroscopica, e così via). Ed è molto soggettiva.

Narraci della tua esperienza su YouTube: hai avuto qualche difficoltà con la pubblicazione di video e con il loro copyright?

Ho avuto diversi problemi con il copyright, molti video sono stati colpiti solo per aver usato Immagini fisse di film (che stavo appunto recensendo), in barba al concetto di fair use. Un mio video è stato addirittura bloccato in tutti i paesi, obbligandomi a rifarlo. Con l’arrivo dell’Adpocalypse sono stati colpiti moltissimi dei miei video. Per fortuna sono riuscito a farne rimonetizzare diversi, ma alcuni sono stati confermati gialli. Tra cui il mio prediletto Intrappolati a Chernobyl. Un torto che difficilmente dimenticherò. Ho anche avuto diversi bug (tre video che diventavano gialli, chiedevo la revisione, tornavano verdi, poi tornavano gialli e dovevo chiedere di nuovo la revisione), e l’assistenza di Youtube non aiuta. Ho anche avuto problemi con le notifiche, anche qua però Youtube nega la presenza di problemi.

Cosa pensi del cambiamento attuato su YouTube in questi due anni? Quali sono i lati positivi e negativi a parer tuo?

Ciò che Youtube sta facendo è sbagliato nel metodo, corretto nella motivazione. In linea di principio, è giusto voler proteggere il copyright (io per primo ho subito molto freebooting, ci sono un paio di Youtuber che hanno copiato le mie storie rifiutandosi di riconoscermene la proprietà). In linea di principio è giusto censurare la violenza. Sbagliato ignorare il fair use (salvo poi invocarlo quando vieni freebootato), sbagliato censurare il PARLARE di violenza, sbagliatissimo penalizzare contenuti ripetitivi senza dirci nulla. Molto sbagliato permettere un solo ricorso per l’Adpocalypse (il mio Chernobyl adesso sarebbe sicuramente monetizzato, mi è capitato un giudice esagerato). Ammiro il tentativo di voler imitare Netflix, ma cercare di fare “pulizia totale” eliminando tantissimi contenuti, impedendo a molti nuovi e piccoli creatori di monetizzare, lasciando solo a pochi, grandi e “user friendly” già sotto contratto e network (dunque più ufficiali e controllabili) il permesso di produrre contenuti, rigorosamente a pagamento. Youtube è diventata famosa per la sua libertà. C’è un motivo per cui non tutti sono su Netflix, ma tutti sono su Youtube.

Quali sono le critiche frequenti che hanno mosso sui tuoi racconti?

Che sono doppiati male. Ed è vero. Non sono un doppiatore, né ho mai studiato doppiaggio. Sono uno scrittore, non un “lettore”. Per fortuna sono critiche estremamente marginali ed irrisorie numericamente, ma non le ignoro e cerco di migliorarmi più che posso: chiedo ad altri di aiutarmi con le parti, ho comprato migliori attrezzature, ho appreso qualche tecnica. Piano piano si migliora.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Oltre a proseguire i miei attuali progetti ed anzi espanderli, intendo in futuro portare rubriche sui libri, altri corsi (in particolare uno di Scienze, in futuro Letterature varie). Intendo affacciarmi al mondo ASMR un giorno, ma in un modo abbastanza originale. Inoltre intendo aumentare la mia presenza su Twitch, avendo di recente ottenuto l’Affiliazione.

Cosa pensi delle collaborazioni? Sono utili per creare un lavoro di squadra?

Le collaborazioni sono utilissime e fondamentali. Sono un ottimo modo per farsi conoscere (il che non significa ricevere iscritti immeritati: se la tua performance farà schifo, anche collaborare con Yotobi non ti regalerà magicamente degli iscritti. E se anche li avrai, poi quelli ti seguiranno per i tuoi contenuti. Se questi annoiano, loro smetteranno di seguirti. Cosa sono 10.000 iscritti, se prendi solo 10 visualizzazioni al giorno per video?), permettono di combattere la disuguaglianza di iscritti tra Tubers (purtroppo non dovuta a merito, abilità o lavoro, in parecchi casi), rende la community più coesa e sono spesso gradite dagli iscritti che vedono i loro simpatici Tubers lavorare insieme e produrre un lavoro di Sintesi. Purtroppo molti Big del Tubo hanno dimenticato “da dove vengono” e sono spesso schivi, tendendo a collaborare solo tra loro o con persone estremamente famose. Dal canto mio, ho sempre collaborato con youtuber piccoli (tanto che solo di recente ho introdotto dei “requisiti minimi” quando mi sono accorto che alcune performance rischiavano di essere davvero pessime). Saranno poi gli iscritti a giudicare, ma io voglio aiutare gli utenti e soprattutto non posso chiedere ai grandi ciò che io stesso non faccio con i piccoli.

Che consigli daresti agli scrittori in erba?

Come dico sempre, un bravo scrittore deve essere anzitutto un bravo lettore. Leggere tantissimo, leggere i grandi e soprattutto leggere ciò che ti piace (perché dovrai scrivere quello). E poi scrivere, scrivere tanto. Io scrivo ogni giorno (da ben prima di Youtube), ma per me non è una fatica, è anzi un divertimento. Scrivere tanto e in tanti ambiti, non necessariamente storie complete. Suggerisco ai novizi di non iniziare subito con grandi epopee multivolume stile Trono di spade, che scoraggiano dopo poche pagine, ed iniziare invece con racconti contenuti e piccoli. Infine, scrivere ciò che è gradito all’autore stesso! Se l’autore per primo si annoia a scriverla, il lettore si annoierà a leggerla!

 

Debora Parisi

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