Little Kite: recensione

Videogioco sviluppato e pubblicato dall’Anate Studio, Little Kite è un’avventura grafica che parla dell’incubo domestico di Mary: una vedova con un bambino che si è risposata con un uomo violento.

Le ambientazioni si contrastano tra la realtà cruda di Mary e il mondo immaginario di suo figlio, creato per sfuggire agli abusi del patrigno Oliver.

Un mondo che ricorda una fiaba cupa, con strutture meccaniche e puzzle, dove il suo padre defunto lo invita a farsi forza e a proteggere la madre. Dopo l’ultimo abuso, Mary deciderà che forse è meglio lasciare quella vita finché è ancora in tempo.

Insomma, la cosa che più inquietante delle tematiche del gioco è come la vita di tutti i giorni possa diventare un incubo da cui è difficile uscirne.

Non sono i licantropi o i babadook a spaventare, ma l’orrore dietro un’apparente normalità.

La grafica del gioco non è delle migliori, così come le ambientazioni che si riducono al condominio dove Mary, Andrew e Oliver vivono.

Nonostante ciò, la trama riesce a far superare queste pecche.

Attualmente, i creatori stanno pensando a un seguito, ambientato sette anni dopo gli eventi del primo capitolo e con protagonista Oliver.

 

Debora Parisi

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