Le siamesi: intervista esclusiva a Alessandro Berselli

Alessandro Berselli è nato a Bologna nel 1965. Umorista, scrittore, docente di tecniche della narrazione, inizia la sua attività negli anni Novanta, collaborando con le riviste Comix e L’apodittico.

Dal 2003 comincia una carriera parallela come romanziere noir. Oltre alle raccolte di racconti Storie d’amore di morte e di follia (Arpanet, 2005) e Anni zero (Arpanet, 2012), nella sua bibliografia troviamo i romanzi Io non sono come voi (Pendragon, 2007), Cattivo (Perdisa Pop, 2009), Non fare la cosa giusta (Perdisa Pop, 2010), Il metodo crudele (Pendragon, 2013), Anche le scimmie cadono dagli alberi (Piemme, 2014) e Kamasutra Kevin (Pendragon, 2016).

La sua ultima fatica letteraria si intitola Le siamesi e narra di un incontro casuale, di un sabato sera che diventa una sfida contro la morte. Ludovica, troppo ricca, troppo annoiata, baratta la sua vita con il pericolo, rimanda al mittente, Dio o chi per lui, la sua giovinezza, chiedendo in cambio rischio, adrenalina, competizione. Una discesa nel baratro dei vuoti esistenziali di una generazione incapace di trovare punti di riferimento e ragioni di sopravvivenza, un tagliente noir minimalista nel quale il lettore è costretto a cambiare continuamente prospettiva, il lucido diario di un fine settimana di follia dove nulla è quello che sembra. Ma anche una riflessione asettica sul male di vivere e uno spaccato dello spleen contemporaneo, una rassegnata testimonianza di una voce narrante che rifiuta il giudizio ma si limita a fotografare, con l’ausilio di una prosa spettrale, l’assenza di motivazioni che muovono l’umano agire.

Se volete saperne di più, leggete l’intervista qui sotto!

Ha carta bianca e tre aggettivi per descriversi…

Estroverso, curioso, narcisista. Il narcisismo è imprescindibile nello scrittore, il desiderio di mettersi in mostra attraverso la parola narrata, l’autocompiacimento, l’esibizionismo. Rifiuto però la definizione di egocentrico, spesso interpretata come sinonimo. Piacersi non vuole dire porsi come baricentro del mondo, a me gli altri piacciono parecchio. Da qui curiosità ed estroversione.

Mai senza?

Libri, musica, cinema. E vino con buone conversazioni. La convivialità e le arti, non potrei mai farne a meno.

Cosa le piace leggere?

Prevalentemente letteratura americana senza limiti di genere. Mi piacciono i minimalisti, gli scrittori essenziali che rifiutano le zavorre, le storie con forti componenti psicologiche. Mi annoia l’azione senza approfondimenti.

Se dovesse esprimere tre desideri?

Pace, amore, amicizia. Troppo hippy?

La sua vita in un tweet?

Non c’è ormone senza il neurone. Subisco le attrazioni di testa, mi annoiano le persone che non attivano sinapsi. Mi azzerano anche l’attrazione erotica.

Ci parli del suo ultimo romanzo. A chi lo consiglierebbe e perché?

Le siamesi parla di un sabato sera dove le cose improvvisamente smettono di andare come dovrebbero. E una sfida ad alto tasso di adrenalina si trasforma in una discesa agli inferi. È un noir psicologico tutto giocato in 48 ore e 126 pagine. I romanzi sono giochi di ruolo dove noi aderiamo alla storia del protagonista. Lo consiglio a chi ha voglia di aver a che fare con un personaggio disturbante.

Come nascono i suoi personaggi, vi è un collegamento con la realtà?

Sì, penso di sì. Mi piace pensare lo scrittore come a un individuo che vede e registra molte cose anche a livello inconscio, e poi le trasferisce nei suoi racconti senza però esprimere giudizi o avere intenti sociologici. La post adolescenza de Le siamesi non è uno spaccato generazionale, ma solo una storia di assenza di valori.

Le ambientazioni che sceglie provengono dal reale o sono anche una proiezione dell’anima?

Anche in questo caso direi entrambi. C’è una soggettiva, anche se non credo all’autobiografismo nella scrittura, e un grandangolo sulle cose che vedo. Che però vengono poi curvate sulla storia, proprio perché narrare è altro che fotografare quello che vediamo.

Come può riassumere ai suoi lettori il suo romanzo? Qual è il messaggio che vuole trasmettere?

Un romanzo sulla follia di chi per combattere la noia alza esponenzialmente il livello del rischio senza comprenderne le conseguenze. Nessun messaggio, solo voglia di raccontare una storia di depravazione e di solitudine, probabilmente, utilizzando il noir come cifra narrativa.

È già al lavoro su un nuovo libro?

Al momento no. Solo un magma creativo e due idee che girano per la testa. Vedremo quale vincerà.

 

Silvia Casini

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