La terra degli uomini integri: intervista esclusiva a Antonio Gentile

Antonio Gentile ha pubblicato I cavalli delle giostre, un’opera trascendente e introspettiva con la quale ha vinto numerosi concorsi letterari, tra cui il premio Carver e il premio Inedito – Colline di Torino.

La terra degli uomini integri, il romanzo storico sulla vita di Thomas Sankara, è la sua seconda pubblicazione edita da La Corte Editore.

Parlaci un po’ di te…

Sono nato 45 anni fa a Pescara. Sono sposato e sono padre di tre bimbe. Sono ingegnere, ma la passione per la scrittura mi porta irrefrenabilmente a spendere molto del mio tempo a cercare di creare storie e atmosfere da condividere.

Parlaci del tuo libro. A chi lo consiglieresti e perché?

Il messaggio di Thomas Sankara è universale, perché tratta temi di tolleranza, giustizia sociale, rispetto, dignità di ogni essere umano.Dico sempre che la storia della sua vita fa bene all’anima. Chi finora ha letto il romanzo mi ha scritto dicendomi che si è sentito messo in discussione, che la lettura gli ha provocato scompiglio, proprio perché la storia di Sankara accompagna verso una spiazzante consapevolezza delle ingiustizie del nostro mondo.  

Come sono nati i personaggi?

Ho incrociato la storia di Thomas Sankara per caso.Quattro anni fa, durante le ricerche per scrivere il mio secondo romanzo, mi sono imbattuto in un reportage su Youtube del giornalista Silvestro Montanaro, che raccontava proprio di Sankara. Sono rimasto a bocca spalancata.Ero arrivato a scrivere quasi 200 pagine di quel romanzo, ma le ho buttate via e ho ricominciato daccapo, per scrivere proprio di Sankara. Ho reperito alcune biografie e mi sono immedesimato nell’ambientazione e nei personaggi che venivano riportati. Devo dire che è stata un’esperienza che mi ha profondamente cambiato.

Quali sono le tue fonti di ispirazione?

Non avevo mai né letto né scritto romanzi storici. La storia di Sankara però era troppo intensa e significativa per non provare a romanzarla. L’ispirazione è stata costante durante la scrittura, anche se ho attraverso numerosi momenti di difficoltà per mettere insieme una storia organica (il romanzo è lungo quasi 400 pagine). Non potevo fallire e fermarmi, però. La voglia di dare luce alla testimonianza di Sankara è stata più forte della fatica.

Qual è il messaggio insito nel libro?

Questa storia contiene tantissimi messaggi su cui riflettere. Il primo è il sogno, la voglia di rinascita, di ridare alle persone un ruolo centrale nella società. “Dobbiamo avere il coraggio di inventare l’avvenire!” diceva spesso Sankara. In soli quattro anni di presidenza cambiò il volto alla sua nazione. Fece costruire centinaia di strade, scuole, ospedali… La chiamò la Rivoluzione della felicità. Si batté poi con forza per i diritti degli ultimi e per la pari dignità delle donne. E poi esercitò una battaglia ferrea contro le ingiustizie perpetrate ai popoli del Sud del mondo, a tutti coloro che soffrono a causa di un sistema ingiusto che mette l’uomo al servizio dello sviluppo e non il contrario. Condannò con estremo vigore gli sfruttamenti da parte degli interessi economici e delle potenze mondiali. 

Quanto c’è di te nei tuoi personaggi?

Anche se quasi tutti i personaggi che ho raccontato sono realmente esistiti, inevitabilmente sono stati condizionati dalla mia sensibilità e dal mio entusiasmo per la storia che li ha visti protagonisti.  

Progetti futuri?

Sarà difficile trovare un soggetto e una storia con dei valori così significativi. Credo che cercherò ancora dei personaggi meritevoli di essere raccontati. La storia del nostro mondo ne è piena.

Silvia Casini

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