Iron Man: quanto si discosta il film dal fumetto?

Ormai non è un segreto, il Marvel Cinematic Universe è riuscito a dare la sua impronta nella storia del cinema. Un’impronta che ha compiuto dieci anni ad essere pressata negli annali dei prodotti in celluloide e digitale, e che ha cambiato per sempre non solo il modo di vedere i blockbuster, ma le pellicole in generale, in un certo senso come Peter Jackson fece anni prima con la sua celebre trilogia.
Ma parlando di trasposizioni, com’è che tali opere si differenziano dai fumetti? Dopotutto si parla pur sempre di adattamenti, e come tali, certe cose devono essere modificate in modo da rendere il tutto più “cinematografico”. Certo, il MCU, così come la Disney in sé, ha evitato di dare un’impronta artistica o personale della vicenda, come invece fecero a loro tempo Tim Burton coi suoi Batman (seppur qui si parli di DC) o Sam Raimi coi suoi Spider Man, puntando più sul fattore intrattenimento. Ma ciò non toglie che le modifiche compiute sui personaggi siano state, seppur non di molto, rilevanti. Per lo meno, per i fan dei fumetti.

Parliamo del primo eroe apparso in quest’ormai immenso filone cinematografico. Tony Stark / Iron Man. Robert Downey Jr. non ha quasi avuto bisogno di recitare, per questo ruolo. L’essere subdolo, pungente, carismatico e altamente megalomane di Tony Stark sono nettamente visibili dalla sua performance.
Quando il primo volume venne pubblicato, nel 1963, scritto da Stan Lee e Jack Kirby, era ancora in atto la guerra fredda e, così come molti eroi creati durante la Silver Age, Iron Man nacque con una non troppo velata critica al nemico rosso degli Stati Uniti. Di fatti, nel primo numero delle sue storie, Tony viene rapito da dei vietnamiti comunisti, anziché da terroristi afghani, come succede invece nel film. Ovviamente si è voluto stare al passo coi tempi e dare alla storia un tratto più moderno.

Oltretutto, è interessante notare che tali terroristi facciano parte di un’organizzazione nota come i Dieci Anelli, riferimento agli anelli che porta il principale nemico di Iron Man, il Mandarino.

Altro cambiamento compiuto nel primo film, seppur sottile, è quello apportato al personaggio di Christine Everhart: a quanto viene detto da lei stessa, è una giornalista del Vanity Fair, mentre nel fumetto lavora per il Daily Bugle, testata newyorkese della quale Peter Parker è reporter.

A differenza del personaggio originale, il maggiordomo Edwin Jarvis non è presente nel film. Al suo posto vi è l’intelligenza artificiale J.A.R.V.I.S. (Just A Rather Very Intelligent System). Fu solo grazie alla serie TV Agent Carter che venimmo a conoscenza dell’esistenza di un vero Edwin Jarvis.

Oltre a Nick Fury nella scena post-credit, vi è un altro personaggio Marvel che ha un cameo nel film: si tratta del drago Fin Fang Foom. La sua apparizione, tuttavia, è in un poster.

Parlando sempre di villain, nella sena in cui Iron Man segue i due jet, questi si riconoscono come Whiplash 1 e Whiplash 2. Il loro nome è quello del principale villain di Iron Man 2.
Parlando di Whiplash, la sua vera identità, almeno nel film, non è quella che ci viene data nei fumetti. Quest’ultma, in realtà, è Mark Scarlotti, prima un impiegato delle Stark Industries, ora criminale incallito, stando cella sua vita da sottoposto. Il personaggio di Scarlotti sarà invece presente nella serie TV Agents of S.H.I.E.L.D. Ivan Venko, invece, verrà introdotto solo nel 2010, come collegamento ai film.

In un’altra scena, mentre Obadiah è seduto nel suo salotto, sul tavolino davanti a lui si possono vedere degli scacchi in forma umana, chiaro riferimento ai suoi mercenari nei fumetti: i Chessmen.

Durante il combattimento tra Iron man e Iron Monger, prima che quest’ultimo lanci un razzo a Tony, si può intravedere sullo sfondo il logo della Roxxon Corporation. Nei fumetti, furono i mandanti dell’assassinio dei coniugi Stark. Tale logo apparirà anche in Iron Man 2, su una delle vetture in gara a Monaco.


Per cercare di sopravvivere, Tony Stark riesce a creare quello che è, a detta da lui, “un nuovo metallo”, tale è il vibranium. Strano a dirsi, però, non è assolutamente nuovo: è il materiale che compone lo scudo di Capitan America, e conservato da millenni nelle miniere del Wakanda.

Interessante oltretutto notare come, all’inizio del terzo film, l’armatura di WarMashine vesta i colori di Iron Patriot, che in originale, nei fumetti, non era altri che Norman Osborn. Mentre vestiva tale identità, Norman riuscì a fermare le Invasioni Segrete, simboleggiando con la sua tuta l’unione tra Iron man e Capitan America, cercando di dimostrare che lui era migliore di entrambi.


Si differenzia di molto la presenza del vero Jack Taggart, il quale, mentre in Iron Man 3 è uno dei terroristi che utilizzano i poteri del fuoco, nei fumetti si vede vestire un’armatura dotata principalmente di poteri offensivi legati al fuoco.


A ciò collegato, è stato modificato anche il personaggio di Ellen Brandt, che nei fumetti è moglie di Ted Sallis (Man-Thing), che le ustionò la faccia semplicemente toccandola.


Ma forse il più grande cambiamento apportato al franchise di Iron Man è quello sul suo mortale nemico: il Mandarino. Da nobiluomo Han figlio della Rivoluzione Comunista di Mao Zedong e armato di dieci anelli dotati di poteri sovrannaturali, è diventato il capo di un’organizzazione terroristica dedita alla distruzione dell’Occidente, e soprattutto di figure come Iron Man.

Come sempre, un’immagine più realistica e odierna, che tuttavia fece infuriare molti fan accaniti del fumetto, soprattutto quando si scoprì che in realtà il Mandarino non è mai esistito: infatti era sempre stata per tutto il tempo una messinscena con protagonista un attore alcolizzato. Questo ha fatto ipotizzare a molti che il vero Mandarino debba ancora apparire.

 

Andrea De Venuto

© Riproduzione Riservata