Il principe dei draghi: recensione

È uscita una nuova serie fantasy  targata Netflix, scritta dallo stesso sceneggiatore di Avatar: La leggenda di Aang e Avatar: La leggenda di Korra, Aaron Ehaz, e dallo sceneggiatore di Uncharted 2 e 3, Justin  Richmond. Ci immergiamo in un mondo fantastico, dove vi è una centenaria guerra tra elfi, draghi e umani. La situazione tra le due fazioni si inasprì quando il re dei draghi venne ucciso ed il suo uovo apparentemente distrutto.

Un gruppo di elfi della notte si decide ad organizzare l’assassinio del re degli uomini per vendicare la regina dei draghi. Ma tutto ciò cambia quando i due figli del re scoprono che l’uovo dei draghi, creduto distrutto, è ancora vivo. Assieme ad un’elfa ex assassina, decideranno di riportare il piccolo dalla madre, per fermare la guerra, ma qualcuno trama nell’ombra affinché non raggiungano la regina dei draghi.

Il principe dei draghi si presenta come una serie fantasy classica: abbiamo un’ambientazione medievale, diverse razze, guerre e magia. Ma possiede anche dei lati interessanti: prima di tutto il fatto che non vi è proprio una classica guerra contro il signore oscuro di turno. Fin da subito i personaggi dicono che la guerra porta torti da entrambe le parti, creando una catena di cadaveri.

Il secondo punto forte sono  i personaggi stessi: ognuno e ben caratterizzato e si vede l’influenza di Avatar, soprattutto per il fatto che  i due figli dell’antagonista principale sembrano le due personalità divise di Sokka. Anche la struttura stessa della serie ricorda molto La leggenda di Aang e Korra, in quanto ogni stagione è divisa in “libri” che ne racchiudono un tema principale. Nel caso del “Principe dei draghi” è la luna.

Terzo punto a favore è l’antagonista:  un personaggio in apparenza pacato, ma in realtà subdolo e manipolatore. Vi è una certa differenza tra il doppiaggio italiano ed inglese: nel secondo il personaggio presenta una voce più “malvagia”, mentre in quello italiano è più “tranquilla”. Vista la psicologia dell’antagonista, un uomo con doppio volto, il dialogo italiano è riuscito a racchiudere bene la sua essenza.

La grafica, pur essendo un ibrido 2d e 3d, è ben armonizzata, e non disturba la visione.

Unico lato negativo: presenta alcune scene tirate che non si sa se presentano una comicità volontaria oppure no.

In conclusione, nostalgici di Avatar ed appassionati del fantastico, Il principe dei draghi è il degno erede della serie e vi soddisferà, regalandovi momenti di riflessione e di divertimento.

 

Debora Parisi

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