Il drago verde: recensione

Il drago verde è uno di quei libri che parte in sordina, in maniera assolutamente tranquilla, quasi banale, e poi ti trascina tra le pagine, agganciandoti alla storia.

Ci sono dei ragazzi, una scuola strana ed un’insegnante arcigna e dura, che tutti temono. Il mondo come lo conosciamo non esiste più, poiché uno strano eventi chiamato “Terramoto” ha distratto gran parte della tecnologia moderna, che ha smesso di funzionare, quindi tutti, o quasi, si ritrovano impossibilitati ad usare internet, i cellulari e i più moderni apparecchi, in favore di una tecnologia che fa tanto anni ‘90, questi ragazzini si ritrovano ad usare il “dim web”, il “cercapersone”, ed altre cose, che oggi definiremmo obsolete, il tutto in un curioso salto nel passato, in un presente freddo e grigio.

 

I toni iniziali mi hanno ricordato un po’ le atmosfere di Harry Potter, come anche il fatto che ci siano come protagonisti principali una ragazzina Euphemia, e due suoi coetanei, Maximilian e Wolf,  tutti e tre anni undici anni e caratteristiche peculiari.

Euphemia “Effie” ha un nonno malato, che è in ospedale, tale Griffin Truelove, che sembra sapere tutto o quasi sulla magia, ma che non vuole insegnare alla nipote, anche se alla fine cede.

Assistiamo ad un lungo flashback dove Griffin, non ancora malato, cerca di istruire la nipote sulle nozioni di base della magia, le lingue, ed il cosiddetto pensiero magico.

Il nonno ha un’enorme biblioteca che affascina molto Effie, è che sarà al centro delle vicende successive, ma Griffin non permette ad Effie di leggere i suoi libri, spiega solo che hanno un’enorme valore e che sono tutte ultime edizioni.

La ragazzina ovviamente non capisce il parlare così criptico del nonno, che in realtà sta solo cercando di proteggerla dalla “Diberi” un’associazione magica, con scopri poco leciti,

Quando suo nonno viene trovato in fin di vita, e portato all’ospedale Effie capisce che c’è qualcosa sotto, qualcuno ha cercato di uccidere Griffin Trulove, e a lui rimane solo il tempo di consegnare alcuni strani oggetti e, altrettante frammentarie istruzioni alla nipote. Da qui, in poi, sarà tutto un crescendo formato da tanti piccoli tasselli, Effie che scopre la vera magia grazie all’anello che le ha dato il nonno, e con l’aiuto degli altri strani oggetti, insieme ai suoi due atipici compagni, Maximilian e Wolf si imbarca in una grandiosa avventura, di cui tutto questo non era che l’inizio. La coraggiosa ragazzina scoprirà un altro mondo, fatto di magia, di potere, di forze pericolose, e lei dovrà far di tutto per proteggere l’eredita del nonno, i suoi preziosi volumi.

Ci saranno, principesse, draghi, libri da attraversare, demoni da sconfiggere, e un cattivo che, all’apparenza sembra un signore qualunque, ma che nasconde un grande animo malvagio, e la precisa volontà di conquistare potere, a qualunque prezzo.

Per quanto riguarda la storia in generale, che è pensata per un pubblico giovane, il libro è strutturato bene, è scorrevole, ma a tratti sembra che l’autrice abbia volutamente lasciato dei vuoti nella trama, alcune cose rimangono non dette, ed altre sembrano un po’ buttate lì, persino il finale è un po’ troppo frettoloso e lascia tutto in sospeso.

Si rimane con la sensazione che ci debba essere un seguito, che le cose non siano del tutto concluse e, se da una parte è un bene, perché magari si potrebbe continuare la saga, dall’altra sarebbe stato preferibile un finale più lento, più dettagliato, che mettesse capo a tutte le notizie sparse qua e là, ricollegandole insieme, per dare un quadro completo e le risposte che, per esempio, sulla madre  di Effie, scomparsa dopo il cosiddetto “terremoto”, non vengono più date, e tutto questo sembra invece avere un ruolo chissà nella vita della ragazzina.

Per questo mi sento di consigliarlo agli amanti del fantasy in stile Harry Potter, e a chiunque voglia leggere qualcosa di fresco, divertente, e non troppo impegnativo, ma non gli darei il massimo dei voti, proprio per quelle piccole lacune nella trama.

 

Samanta Crespi

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