Fiabe

Leggiamo le fiabe ai bambini perché si addormentino,
perché non pensino alle cose dei grandi
e perché sognino.
Per quegli stessi motivi anche a noi adulti, alcune volte, servono le fiabe.
E a me, in particolare, ora.
Ma, sprovvista di qualcuno che me le racconti,
ho cercato una soluzione.
10 euro all’ora per un lettore di favole.
Mi sembrava un prezzo onesto,
anche se in certi orari,
per esempio quando mi sveglio in mezzo alla notte,
avrebbe necessitato di un extra.
Le fiabe al telefono poi, non funzionano,
devi sentirlo vicino, in qualche modo, quello che legge.
Ho iniziato a comprare libri per l’infanzia.
Quello che vende di più al momento, quello dell’amico scrittore, quello che leggono ai figli i miei coetanei.
Ma niente, se le leggo io, non funziona.

Un po’ come quando i terapisti dicono, a ragione, che l’autoanalisi è inutile.
Ed ecco l’idea.
Per un periodo, sotto ai ferri della mia estetista russa,
mi portavo il computer e ascoltavo poesie lette dagli attori.
Non mi faceva pensare al dolore e alla severità di questa donna dell’est.
Per giunta bravissima.
Ma scaricare non è facile, almeno per me.
Diritti non diritti, pagamenti via internet, programmi e soprattutto solo per Mac o solo per Pc.
Insomma, ho recuperato un vecchio lettore cd.
E ho comprato un audiolibro.
Mi sono subito ricordata di quando, all’università, ascoltavo radiodrammi perché non possedevo la tv.
Sugli autobus la gente guarda me e quello strano aggeggio.
E i ragazzi, non avendolo mai visto, si chiedono cosa io stia facendo.
Perché con gli occhi, la mente e il sorriso, fantastico.
Mentre tutti, in mezzo alla gente, ascoltano la musica da grandi cuffie collegate agli smartphone,
io, da luogo lontanissimo, ascolto le favole in mezzo a voi.

Foto e testo Francesca Lorusso