Favola: recensione

Direttamente dal palcoscenico teatrale, dove ha riscosso il suo notevole successo e il favore di un certo pubblico, approda ora nelle sale cinematografiche, soltanto per un periodo limitato, un’opera accattivante ed originale come Favola dell’esordiente Sebastiano Mauri, autore del testo originale; la storia è quella di una qualsiasi casalinga dell’America anni ’50, la cui vita è perennemente dentro le mura della sua adorabile casa fatta di colori e arredo da sogno, seguendo una filosofia esistenziale che le vede al cospetto dell’amore per il suo caro marito, questo fino a che qualcosa non irrompe in questo idillio esistenziale.

Insomma, su due piedi, letta così, sembra essere una trama qualsiasi, ma se invece nei panni della suddetta casalinga ci trovate un volto, e soprattutto una voce, maschile appartenente a Filippo Timi allora siete consci di quale bizzarria possa esserci sotto questa operazione; Favola è una commedia dolceamara che tratta temi sulla diversità un po’ come un qualsiasi John Waters avrebbe potuto fare a suo tempo, e l’idea di mettere un uomo nei panni di una protagonista femminile la dice lunga (basta pensare all’iconico/a Divine di watersiana memoria), condensando il tutto con un’estetica memore del cinema di Douglas Sirk, magari sulla falsariga di opere meno ironiche come Lontano dal paradiso di Todd Haynes.

In questa irriverente commedia Timi è Mrs. Fairytale, casalinga americana dedita alla cura della sua casa e all’amore per suo marito Stan (Sergio Albelli), che si tiene compagnia tra bevute di thè, di whisky e la compagnia di cagnolini impagliati.

In tutto ciò viene a farle visita spesso e volentieri l’amica di sempre Mrs Emerald (Lucia Mascino), una donna sposata che ben volentieri passa del tempo parlando del più e del meno con Fairytale, questo fino a quando la vita di entrambe non viene sconvolta da una serie di assurdità, chi inaspettata e chi surreale, rompendo quindi quel quotidiano che le circondava di giornata in giornata; qualcosa sta cambiando per le nostre due amiche, andando anche ben oltre la propria esistenza.

Opera che verrà proposta in sala da Nexo Digital solo per i giorni 25, 26 e 27 giugno, Favola è un qualcosa di veramente diverso ed ispirato che potrebbe prendere di sorpresa parecchi spettatori, sia nel bene che nel male; certo, la sua matrice teatrale si fa sentire tutta, con quel dialogo continuo e le battute pungenti a farle da padroni, in modo da poter delineare l’atmosfera da periferia americana che aleggia, però c’è da dire che Mauri non si limita a lasciare a briglia sciolta i propri adeguati interpreti (anche se divertente, abbastanza inquietante Timi nei panni di una casalinga) e mette del suo seguendo una regia narrativa funzionale, con un degno ritmo nel montaggio e nell’utilizzo di scenografia e costumi.

Forse, in conclusione, tutto sa di cinema molto esile e fine a se stesso, uno spettacolo che può divertire un determinato pubblico e che rimane confinante alla retorica o al messaggio che vuole dare, senza però spaziare in trovate ad effetto degne di nota; ovvio che tutto si appoggia sulla verve dei suoi interpreti (oltre ai citati anche una Piera Degli Esposti versione madre megera) ma nulla più può fare quel colpo di coda prevedibile, appiccicato giusto per rendere Favola molto più della storiella da Gay pride che si prefigge di essere.

Ma alla fine quello è ed anche in modo abbastanza godibile a conti fatti.

Mirko Lomuscio