Cinquanta sfumature di sottomissione psicologica: recensione del primo libro della saga erotica scritta da E. L. James

Come tutto il mondo saprà, questa serie si articola in tre libri scritti da E. L. James: Cinquanta sfumature di grigio, Cinquanta sfumature di rosso e Cinquanta sfumature di nero.

Il primo volume, Cinquanta sfumature di grigio, come la maggior parte dei libri che aprono collane, trilogie o serie, fa un’ampia panoramica su tutta la situazione: la debolezza, spesso fin troppo evidente, di Anastasia Steele, la protagonista femminile; la forza, lo charme, il carattere, la possessività, l’autorevolezza – eccessiva – di Christian Grey, il protagonista maschile.

Potrei dire che i personaggi principali di questo primo libro siano esclusivamente loro due ma penso di dover dare giustizia a Katherine Kavangh, migliore amica di Anastasia, che fin dalle prime pagine mostra un carattere forte e deciso, e a Mrs. Robinson, alias Elena Lincol, ex partner sessuale di Christian.

Gli altri personaggi sono molto marginali, a volte li definirei persino inutili: José Rodriguez, amico di Anastasia, Jason Taylor, guardia del corpo, Carrik Grey (padre di Christian), Elliot Gray (fratello di Christian), Ethan Kavanagh (fratello di Katherine), e tanti altri che non sono degni di essere nominati.

La sintassi è semplice, elementare, abbastanza scorrevole, anche se dopo le prime descrizioni di sesso che potrebbero essere interessanti all’inizio, l’autrice inizia a cadere in ripetizioni e monotonia.

Anastasia Steele è una giovane donna di 21 anni, senza particolari ambizioni, che sta per laurearsi in Letteratura inglese alla Washington State University di Vancuver. Un mattino Kate è malata ma ha da giorni prenotato un’intervista con il direttore della Grey Enterprises che cade proprio quel giorno, e già da questo punto si nota la scarsa forza d’anima di Anastasia, che nonostante debba studiare per gli imminenti esami – e ne sia pienamente consapevole – accetta dopo ben poche obiezioni.

Anastasia arriva alla Grey Enterprises, descritta come un ambiente molto elegante, raffinato, tirato a lucido, ricercato e popolato da assistenti tutte con le stesse caratteristiche: bionde, alte, occhi chiari.

Tanto per renderci simpatico il personaggio, l’autrice fa inciampare Anastasia giusto sulla soglia dell’ufficio di Christian. Il signor Grey è presentato come un uomo di presenza, alto, piuttosto muscoloso, occhi grigi “luminosi”, capello castano chiaro-biondo, molto affascinante. La ragazza viene da subito colpita dalla personalità forte di lui e fin da subito ne è sottomessa psicologicamente.

Christian Grey è colpito fin da subito da Anastasia – forse dalla sua indole remissiva che a lui piace tanto? – e le chiederà di approfondire la loro conoscenza. I due s’incontrano più volte e Anastasia stessa si rende conto che l’uomo al suo fianco ha qualcosa di oscuro.

Alla fine Anastasia accetterà di  stare insieme con lui ma, invece di un bell’anello di Cartier (che in seguito avrà), si trova davanti ad un contratto di sottomissione, con tanto di parametri e “limiti invalicabili”. Andando contro ogni limite della logica, seguendo la sua “dea interiore”, accetta e da qui il bel Christian Grey diventa un uomo sadico e masochista.

Sopravvalutandosi del tutto, credendo di riuscire a gestire una relazione del tutto fuori dalla sua portata, Anastasia si butta a capofitto ma ne esce palesemente sconfitta perché Christian la travolge totalmente con la sua forza e il suo essere “master”, sottomettendola non solo fisicamente ma, soprattutto, psicologicamente.

Inspiegabilmente, Anastasia s’innamora di Christian e desidera aiutarlo ad affrontare le proprie paure. Pur apparendo come un uomo perfetto e ambizioso, dentro ha ancora il ricordo di essere stato un bambino abbandonato, maltrattato, figlio di una prostituta drogata e incapace di badare alle esigenze del figlio.

Pensando di avvicinarsi di più all’uomo e cercando di capire il motivo per cui in alcune circostanze lui non è capace di accettare nessun tipo di contatto fisico, Anastasia chiede a Christian di conoscere qual sia il limite massimo che possa raggiungere il suo sadismo.

Anastasia non si rende conto della pericolosità della richiesta e vive un’esperienza che le fa capire di essere innamorata di un uomo profondamente malato, i cui problemi psicologici non possono essere superati facilmente. In un improvviso atto di forza, Anastasia abbandona Christian con la promessa di lasciarsi dietro gli orrori vissuti.

Sotto qualche punto di vista Christian Grey è simile, come forse avrete già notato, al suo omonimo Dorian Grey, il grande protagonista del romanzo di Oscar Wilde. Per spessore del personaggio, sta mettendo a confronto lana e seta.

L’autrice ha adoperato una strategia di marketing molto furba: ha unito elementi tabù della nostra società con uno stile che anche un bambino di dieci anni capirebbe senza problemi, mixandolo con elementi da principessa della fiabe e sindrome della crocerossina. Risultato? Sono appena volati via quarant’anni di femminismo e parificazione dei sessi.

Consiglio questo libro?

Se proprio questo libro deve essere letto, meglio che lo sia con cognizione di causa. Il pericolo di questo libro è che potrebbe essere visto come la realtà per le giovani ragazze, distruggendo così anni di femminismo, di lotte, di donne morte per la parità di diritti fra uomini e donne.

A chi potrebbe piacere? Insomma, alle casalinghe frustrate sessualmente e alle donne disperatamente alla ricerca del fidanzato, senza il quale non si va da nessuna parte (mi sembra normale, no?).

Non so se se l’autrice l’abbia scritto con il solo scopo di fare soldi o perché crede realmente in ciò che scrive ma, in entrambi i casi, è un libro che ritengo sia fortemente negativo. Ma poi, cosa potevo aspettarmi da una fanfiction di Twilight?

Troppi alberi sono stati tagliati per ricavare le pagine di questo libro.

 

Manuela Vitale

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