Le streghe da sempre hanno popolato la nostra immaginazione, spesso come creature maligne ma a volte anche come donne benigne. A livello antropologico, le streghe sono esistite fin dall’alba dei tempi, spesso erano persone dedite alla conoscenza delle erbe o a culti non ortodossi. Le ritroviamo ai tempi dei greci e romani, dove le strie erano creature simil vampire che rapivano i bambini, ma fu con l’avvento del cristianesimo che si ebbe l’apice del sospetto e dell’isteria nei confronti di queste fantomatiche creature.
Il libro Caoineadh – La dama urlante di Eva D’Amico tratta in maniera realistica la stigma sociale che spesso persone dedite a culti diversi e incomprensibili subivano dalla maggioranza. Non a caso, le Caoineadh (pronuncia “cuinè”) note anche come Banshee, sono state delle figure mitologiche soggette a una lenta demonizzazione durante i secoli. Inizialmente erano spiriti con un alto livello di empatia, sensibili alla sofferenza altrui. Col tempo questa cosa fu tramutata in presagi di morte e sfortuna. A volte era raffigurato come uno spirito che vegliava su una famiglia, anticipando il decesso di un membro.
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Nel romanzo, Caoineadh sono streghe il cui potere si trasmette per via matrilineare, dedite a un culto matriarcale e pacifico. In contrasto con i maghi dell’Accademia che sfruttano una magia artificiale per avere i poteri e prestigio.
Ma torniamo al romanzo: la storia narra della giovane Aibhill che dovrà scortare il giovane principe Arzhel e riscattare il suo popolo agli occhi del regno. Ma qualcuno trama alla spalle affinché ci sia un altro genocidio di streghe.
Come detto in precedenza, vi sono diverse tematiche: la dicotomia tra il maschile e il femminile, rappresentato dalla Madre e dal Padre, la prima figura protettrice e la seconda guerriera. Anche la differenza tra il potere delle streghe, nato per via genetica, e quello dei maghi, per via artificiale. Pare una metafora anche della guerra tra società matriarcale e patriarcale, gli stregoni dell’Accademia sono un chiaro riferimento ai sacerdoti monoteisti, sebbene posseggano loro stessi le conoscenze arcane. Vita e Morte hanno un peso notevole nel romanzo, le due divinità rappresentano i due lati della vita, mentre la Signora non ha bisogno di un compagno, il suo regno è eterno e senza consorti.
La xenofobia è la seconda tematica: durante il viaggio assisteremo a un mutuale cambiamento psicologico dei personaggi, dove pian piano inizieranno a mettere da parte i pregiudizi per conoscere la persona che inizialmente si odiava. Il romanzo è un invito a andare oltre le apparenze per conoscere la verità.
Terza tematica è il sacrificio: Aibhill per affermare il libero arbitrio, dovrà sacrificare qualcosa. Ogni scelta ha le sue conseguenze e sebbene noi siamo “liberi” di scegliere, dovremo sempre sopportare il peso delle nostre azioni.
L’ambientazione è quella di un classico fantasy medioevale, molto probabilmente una Scozia alternativa, ma si deduce che possa essere anche un mondo post apocalittico. Il bello di questo libro è che, pur essendo autoconclusivo, è riuscito a creare una società ricca di credenze e con una cultura interessante.
I personaggi sono ben caratterizzati e potreste avere delle sorprese anche con chi risultasse antipatico oppure odioso.
In conclusione, Caoineadh – La dama urlante è un libro che sa catturarti fin dalle prime pagine, con personaggi intriganti, una storia avvincente e una cultura articolata. Se amate le streghe, questo libro fa per voi.
Debora Parisi
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