Big Blue Festival 2018: la meraviglia di essere Argonauti

“Chiamatemi Ismaele. […] Ogni volta che mi ritrovo sulla bocca una smorfia amara; ogni volta che nell’anima ho un novembre umido e stillante […] allora mi rendo conto che è tempo di mettermi in mare al più presto”.

(Moby Dick. Herman Melville)

Ci sono giorni senza tempo, dove le ore si rincorrono amplificate, inciampando una sull’altra.

Per l’esattezza, parlo di settantadue ore, quelle del Big Blue Festival.

Festival fratello della Fiera del libro di Iglesias arrivato anch’esso alla terza edizione, che si svolge nel suggestivo spazio dell’antica tonnara di Portoscuso, Su Pranu, con un format differente ma che alla base ha il lavoro ininterrotto e appassionato dell’associazione Argonautilus.

Protagonista assoluto, cuore pulsante e sfondo del festival… il grande blu, il mare.

E la voglia di insegnare ai bambini e ricordare agli adulti di imparare a conoscerne ogni sfumatura e ad amarlo con rispetto.

Riscoprire l’attenzione. Non soltanto per il mare, ma per tutto l’ambiente che circonda il nostro stare al mondo.

Come i Capitani Coraggiosi, di cui abbiamo presentato il progetto durante la prima serata, ci siamo sentiti in dovere di difendere le meraviglie su cui posiamo sguardi e passi, dai pericoli che minacciano di rovinarle.

Uno fra tanti i rifiuti e in particolar modo la plastica: un male di uso comune e quotidiano a cui noi abbiamo voluto dare nuova vita, nuova forma.

Moby Dick, la balena di Herman Melville.

E per fare questo, non potevamo scegliere aiuto migliore, se non quello dei bambini che hanno partecipato ai laboratori.

Prima missione: non disperdere ma raccogliere tante e tante bottiglie di plastica, ammucchiarle in una montagna da distruggere per procedere alla nostra creazione.

Mi piace chiamarlo Riciclo Consapevole.

Genitori e bambini senza paura hanno letteralmente sfidato il tempo malfermo e alla fine ci siamo ritrovati tutti insieme sulla stessa barca, a solcare mari di fantasia.

I bambini hanno conosciuto le avventure dei pesciolini argentati, Big e Blue; hanno costruito barchette di carta da far navigare su onde di stoffa; hanno creato animali e diorami in plastilina nel laboratorio a cura di Monica Tronci.

Si sono persi, con occhi sognanti e nasi all’insù ad ascoltare le parole di Daniele Aristarco, accompagnate dalla chitarra di Giufà Galati.

E tutti, siamo stati dalla parte di Moby Dick.

Grande e sentita partecipazione anche negli incontri serali dedicati agli adulti. Alla partenza, Alessandra Viola e Piero Martin, autori e divulgatori scientifici, hanno parlato di “Trash, tutto quello che dovreste sapere sui rifiuti”, invitando ognuno di noi a riflettere su questo tema.

La pioggia non ha fermato il reading a cura di Daniele Aristarco e Giufà Galati. Mezzanotte. Sotto le stelle di un cielo immaginario è avvenuto un magico scambio di sogni.

Marco Colombo, Luigi Sanciu e Stefano Vascotto sono intervenuti nel corso delle tre serate portandoci alla conoscenza di ciò che con passione studiano e condividono: l’invasione biologica in atto nel mediterraneo, le origini della fauna in Sardegna, le miniere sul mare. Spunti di nuove coscienze e conoscenze.

Abbiamo ammirato la bellezza della mostra “Conchiglie viventi”, che ci è stata raccontata dal fotografo Bruno Manunza.

E in ultimo, ma non per importanza, il saluto delle autorità, che insieme alle associazioni rendono possibile lo svolgersi di queste attività, in una collaborazione di forze sulla quale si deve battere con sempre maggiore determinazione affinché eventi come il Big Blue Festival possano portare ad esplorare nuovi modi di approcciarsi alla realtà, diffondere cultura e consapevolezza.

D’altronde, siamo Argonauti e non smetteremo mai di esplorare.

 

Erika Carta

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