Anche senza di te: recensione

Come vivere la propria emotività in una storia d’amore, soprattutto quando si viene lasciati? Con questo interrogativo intende aprire le danze il qui presente titolo Anche senza di te, nuova pellicola italiana che parla di sentimenti infranti e riscoperta di se stessi.

Protagonisti un trio di interpreti noti come Myriam Catania, Nicolas Vaporidis e Matteo Branciamore, i cui volti danno vita all’intreccio presente in questa pellicola leggera, non intenzionata a rimanere superficiale e con la voglia di dire più di quello che sembra; si aggiungono a loro la presenza di caratteristi riconoscibili come Pietro de Silva, Patrizia Loreti e Raffaele Vannoli, mentre nei panni di un pornodivo in via di cambiamenti artistici possiamo trovare l’artista marziale Alessio Sakara.

Al timone di regia c’è tale Francesco Bonelli, una carriera da attore alle spalle, cominciata nel 1980 in Voltati Eugenio di Luigi Comencini, dietro la macchina da presa.

La storia segue le vicende della giovane insegnante Sara (Catani), prossima al matrimonio ma con forti turbamenti psichici che la portano alla autofobia, ovvero un disturbo che crea l’idea di non essere amati se non proprio abbandonati.

L’uomo che dovrà portarla all’altare, Andrea (Branciameore), è un rinomato ed ambizioso chirurgo, tant’è che coglierà l’occasione della sua vita, voltando le spalle al lieto evento che l’attende.

Tale scelta metterà la ragazza di fronte ad una drastica vicenda esistenziale, dalla quale uscirà decidendo di voler istruire i suoi alunni con un nuovo sistema educativo, basato sull’alfabetizzazione emotiva.

Ad aiutarla in questa impresa troverà al suo fianco il collega Nicola (Vaporidis), un giovane vedovo che vedrà in Sara qualcosa più di un’amica da aiutare.

Ma sia il ritorno di Andrea che l’entrata in scena di un ex-pornodivo di nome Carlo (Sakara) porteranno scompiglio nella vita di lei, che a conti fatti dovrà fare una scelta definitiva.

Inutile girarci attorno o creare preamboli per poter descrivere ciò che fa parte di questo film, ma Anche senza di te è un prodotto malriuscito in tutto e per tutto; la recitazione è a livelli veramente bassi, la quale vede da una parte un trio mal assortito come Catania/Vaporidis/Branciamore, e dall’altra la presenza inappropriata di Sakara, la cui spontaneità recitativa getta benzina sul fuoco ogni volta che apre bocca, per non parlare del suo gratuito coinvolgimento in questo racconto sconclusionato.

I contenuti variano, vanno dalla storia d’amore a quella ambientata tra le mura di scuola, dove c’è un bambino maltrattato dal papà e dai compagni di classe, cercando magari di creare livelli emotivi ben diversi dalla sola risata e spingendo il pedale verso un patetico tentativo di analisi sociale (e c’è anche la coppia lesbica amica della protagonista, con bambina da crescere al seguito).

Bonelli dà vita ad un’opera insensata e mal concepita, indecisa su cosa dire e soprattutto su che toni utilizzare; Anche senza di te è un prodotto non piacevole per ogni spettatore, è quel tipo di film che ambisce al meglio, sconfinando anche il solo mero intrattenimento, ed invece tocca livelli talmente bassi che davvero viene voglia di rimpiangere uno dei tanti “brutti film di Natale”, o come ha modo di considerarli il personaggio di Nicola stesso.

Per quanto non sempre al di sopra della media, ad avercene qua di professionalità che c’è in quelle opere pecorecce, avrebbe giovato ai ridicoli risultati di questo Anche senza di te.

Mirko Lomuscio