Alpha Polaris: recensione

Benvenuti a questa nuova recensione, prima di tre a tematiche horror ambientate tra i ghiacci artici. Ovviamente non hanno un collegamento tra loro, tranne per gli elementi sopra citati. Il primo gioco che recensiremo sarà Alpha Polaris, un’avventura grafica dalle atmosfere claustrofobiche.

Protagonista di Alpha Polaris è Rune Knudsen, giovane biologo norvegese ospite di una stazione per la ricerca di giacimenti petroliferi in Groenlandia. Il tema ecologista è comunque secondario nella  storia, ma ha una  sua importanza. Nella stazione inizieranno a manifestarsi strani comportamenti, in primis il ritrovamento di un’orsa polare ferita, fino ad arrivare a strani incubi e comportamenti di paranoia che colpiranno l’intero gruppo. Qualcosa di antico vuole ritornare tra i mortali. Qualcosa di molto affamato…

La storia trae spunto sia da La cosa di Carpenter che dai miti nativi americani. Il personaggio principale è un po’ stereotipato: il classico biologo naturalista, timido, ma coraggioso ecc. Certe reazioni sono un po’ assurde, come il figlio del CEO dell’azienda petrolifera che, senza una spiegazione, uscirà dalla stazione per dare un suggerimento su come bruciare meglio le ossa maledette.

Inoltre le ambientazioni sono limitate, ma ciò è anche dovuto al fatto che effettivamente se si è in mezzo ai ghiacci della Groelandia difficilmente si avranno molte occasioni per uscire.

La trama, invece, è il vero punto forte del gioco: allo spettatore verrà voglia di comprendere l’origine del mistero, per salvare il personaggio e tutto lo staff. Lo definiremmo un thriller paranormale in un ambiente claustrofobico: la sensazione di isolamento è stata ben rappresentata e durante la partita proverete un senso di alienazione dal mondo esterno.

Gli enigmi sono di difficoltà medio alta, inoltre la disponibilità solo in lingua inglese potrebbe non agevolare chi non è pratico con la lingua.

In conclusione, Alpha Polaris è una buona  avventura grafica a tema horror, capace di unire le leggende Inuit alla bellezza del clima artico.

 

Debora Parisi

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