Venom: recensione

Molte volte le persone fanno fatica a capire che gli anni ’80/’90 sono passati già da molto tempo, e fare film con quello stile non solo data di non poco la pellicola, ma rischia di snaturare di non poco i personaggi principali. Comprensibile che tali personaggi siano nati proprio in quegli anni, ma è sempre bene saper modernizzare i prodotti, cambiarli per un pubblico più appetibile.

Tale errore, purtroppo, è stato commesso da Venom, film del 2018, diretto da Ruben Fleisher (Benvenuti a Zombieland).

Basato sull’omonimo personaggio dei fumetti Marvel creato nel 1988 da David Michelinie e Todd McFarlane, questo personaggio aveva già avuto una rappresentazione alquanto disonorevole in Spider-Man 3, e si sperava in un film che potesse rendergli il dovuto rispetto. Peccato, però, che a farlo ci ha pensato la Sony, che si discosta dal MCU; a ciò collegato, le origini dell’antieroe sono state create senza la sua controparte originaria, l’Uomo Ragno. Una scelta azzardata ma coraggiosa, se fosse uscito un buon film. Purtroppo così non è stato, almeno totalmente.

Eddie Brock, coraggioso e intraprendente giornalista di San Francisco, viene a scoprire che l’organizzazione Life Foundation, comandata da Carlton Drake, ha commesso diversi crimini efferati per costruire il suo impero. Dopo essere stato licenziato per aver chiesto troppe domande pungenti allo stesso Drake e lasciato dalla sua fidanzata, Eddie viene a scoprire che la Life Foundation ha portato sulla Terra quattro organismi alieni chiamati simbionti, capaci di legarsi al corpo degli esseri viventi. Uno di questi, Venom, entra dentro Eddie, donandogli capacità sovrumane, nonché un appetito insaziabile per la carne vivente. Il giornalista decide di stringere un patto con la creatura: Venom lo aiuterà a smascherare Drake, in cambio Eddie lo lascerà mangiare le persone, ma solo a condizione che si tratti di criminali.

Una buona premessa per un film incapace di sfruttarla al meglio. Per quanto la trama possa essere interessante, più avanti va il film, più essa è attraversata da numerosi buchi, diverse volte la sceneggiatura sembra lasciata al caso, una frase detta in un punto del film contraddice una precedente; diverse scelte dei personaggi non hanno senso, come Venom che accetta che Brock vada in ospedale, nonostante sappia che lì hanno cercato di separarlo dal corpo del giornalista. Restando in tema, il rapporto che s’instaura tra Eddie e Venom è fin troppo frettoloso: cresce e si sviluppa nel corso di appena una notte, e sembra bastare quel lasso di tempo per convincere il simbionte a ritenere Eddie un amico, e a convincerlo di non distruggere l’intero pianeta. E ciò è un peccato, perché è divertente vedere i loro continui battibecchi, i loro litici e gli accordi che prendono prima di compiere una missione. Se ci si fosse concentrati meglio su tale aspetto, forse il film sarebbe stato più interessante.

Parlando degli aspetti più tecnici, gli effetti speciali dei simbionti, soprattutto di Venom, risultano fin troppo finti, per quanto accattivante sia il design di quest’ultimo. Non aiuta il fatto che vengano mostrati solamente di notte, per assottigliare gli effetti di luci e ombre che rischiano di rendere Venom ancora più “grafico” di quanto non lo sia già.

La regia è molto confusionaria, vi sono diverse riprese affrettate o disordinate, che spesso non riescono a far capire come realmente si stia svolgendo un combattimento. Tale pecca è accentuata soprattutto nella lotta finale, che assume tonalità molto caotiche.

Tuttavia, parlando dei pregi, quando una scena vuole far ridere fa ridere, e veder Venom e Eddie discutere in continuazione riesce a rendere più piacevole la visione. Le scene d’azione, per quando pasticcione, hanno un buon pacing. Sarebbe piaciuto vedere più gore in esse.

Tom Hardy, altro attore passato ad una casa di produzione da un’altra, avendo interpretato Bane ne Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, riesce a cavarsela nel ruolo di protagonista, con un’interpretazione convincente, così come, a ben poco credito, tutto il resto del cast.
Sì, c’è anche il cameo di Stan lee.

Prima scena dopo i titoli di coda abbastanza stupida, soprattutto parlando di dialogo e di resa del personaggio in questione. La seconda è forse il motivo principale per andare a vedere questo film.
In sintesi, Venom oggettivamente non è un buon film, soprattutto per i fan del fumetto, ma è un buon B movie un po’ antiquato adatto a far spegnere il cervello per un paio d’ore.

 

Andrea De Venuto

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