Vendere sogni di vancanze

In aereo ci sono venti bambini di quinta elementare di una scuola privata di Genova, vigilati da tre maestre.

Il posto assegnatomi vicino al finestrino, è accanto a due di loro.

La maestra chiede se posso fare un cambio di posto, per avere i bimbi sotto controllo.

Accetta invece con piacere la mia proposta di occuparmi dei bimbi.

Lascio al maschietto il mio posto al finestrino perché vuole girare il video della partenza.

Giovanni e Marina, come alcuni degli altri compagni, prendono l’aereo per la prima volta. Racconto che anch’io a dieci anni ho volato per la prima volta con destinazione Londra, non sapendo che sarebbe diventata la mia città di vita. 
La mia domanda preferita “quali sono i tuoi sogni?” visto il loro smarrimento, si trasforma in “cosa vuoi fare da grande?”

Marina risponde architetto come la sua mamma.

Giovanni, inventore di app. La sua materia preferita è informatica, come gli altri suoi compagni, ad eccezione di uno che ha una grande passione per la geografia. L’informatica piace per imparare a conoscere tutti i segreti del computer. 

A causa di un vento forte, il volo è soggetto a turbolenze. Marina mi tiene la mano.

Le racconto che siamo dentro alle nuvole, quelle nuvole che riempiono il cielo di zucchero filato. 

Un ragazzo seduto nella fila dietro di me dice all’insegnante che è stato un suo alunno fino alla quarta elementare.

Teacher Rita, come la chiamano i bimbi, dopo aver chiesto il nome al ragazzo, lo presenta ai suoi alunni, dicendo che sta frequentando le superiori a Londra e gli augura di passare gli esami per l’ammissione alla Bocconi che aveva svolto il giorno prima. 

Giovanni prima di scendere dall’aereo mi domanda
“Non ti ho chiesto il nome.”
“Roberta.”
“Che lavoro fai?”
“Vendo sogni di vacanza.”
“Che bello. Io venderò sogni di app.”

 

Foto e testo di Roberta La Placa