Tonno spiaggiato: recensione

Dal successo di YouTube all’approdo nelle sale cinematografiche, dove lo si è visto spalleggiare comici come Paolo Ruffini (Fuga di cervelli, Tutto molto bello) e Claudio Bisio (Ma che bella sorpresa), fino ad aver partecipato nel recente Sono tornato di Luca Miniero ed interpretato da un Massimo Popolizio in versione Benito Mussolini; per Frank Matano adesso è arrivato il momento di primeggiare in una pellicola tutta sua, divenendo protagonista assoluto e sfoggiando quella sua comicità surreale, fatta di nonsense e battute dall’alto tasso di ilarità.

Titolo scelto per l’occasione è Tonno spiaggiato ed è la storia del giovane Francesco (Matano), un ragazzo che sente di avere le doti del comico da cabaret, salvo però scoprire di non avere alcuna qualità in riguardo, creando il tedio in sala ogni volta che si esibisce.

A sostenerlo in riguardo è l’amata Francesca (Marika Costabile), la sua fidanzata, la quale per il suo uomo sarebbe disposta a tutto.

Ma quando Francesco si rende conto che l’unica formula del successo nel suo caso sarebbe prendere in giro la linea prosperosa della propria ragazza, ecco che le cose prendono una piega discendente; Francesca, offesa da tale gesto, lo lascia in tronco e non vuole saperne più nulla di lui.

Dilaniato nell’animo, il ragazzo non fa latro che pensare allo sbaglio commesso e pur di riavvicinare la propria amata sarebbe disposto a tutto; anche colpire a sangue freddo nell’animo di Francesca, coinvolgendo i parenti stretti di quest’ultima.

Le conseguenze saranno più che tragicomiche.

Inevitabile in questo paese che un qualsiasi comico, mosso da una qualche forma di successo, possa esordire al cinema, che sia protagonista o regista di un lungometraggio, basta che riesce a fare quella giusta risonanza per poter dare vita ad un degno successo; ovvio che anche Matano, col suo seguito di fan virali e non, ha avuto tale opportunità e con Tonno spiaggiato, esordio alla regia di tale Matteo Martinez (tanta gavetta in tv, tra cui quel Le iene dove ha conosciuto il comico napoletano), abbiamo la prova delle sue qualità di primo attore.

Qualità in senso lato, anche perché pur sempre di un prodotto uscito dal mondo di internet stiamo parlando e quindi aspettarsi delle prove recitative di tutto rispetto sarebbe sbagliato, tanto per essere realisti; ma col suo esordio da protagonista Matano porta a compimento un’operazione a metà, meno disastrosa di quella che sarebbe potuta essere ed esilarante in almeno più di un istante, sfoggiando quella comicità dirompente del noto YoiuTuber, fatta di tanta ironia surreale, a tratti demenziale.

Con Tonno spiaggiato Matano dà vita ad una pellicola che, per quanto misera nella messa in scena in determinati punti, diverte grazie a quella idiozia permanente, con strizzatine d’occhio al peggio del peggio della nostra società odierna (programmi tv dalla lacrima facile, vecchiette non proprio docili ed inoffensive, feroci spettacoli di cabaret).

Tante situazioni vengono inserite nel contesto giusto per fare durata (la storia dell’amico interpretato da Niccolò Senni, l’avvio nel regno della stand up comedy), ed il che rientra in pieno nell’animo povero che ha dato vita a questo progetto, ma al di fuori dell’imbarazzo generale che può aleggiare in questo film c’è da dire che due grasse risate vengono ben servite, certo non tanto grazie alle doti recitative di Matano, che bene o male giostra il solito personaggio stralunato che gli è solito fare (qua dotato anche di mountain bike con rotelle, memore del Maurizio Esposito di Pierino il fichissimo), ma grazie al suo animo exploitation, fatto di assoluto nonsense, becero quanto basta.

Per due risate a cervello spento può andare più che bene, poi i veri maestri della comicità surreale sono ben altri, quello è ovvio.

Mirko Lomuscio