Tomb Raider: recensione

Ci siamo! Finalmente oggi esce nelle sale l’atteso reboot di Tomb Raider per la regia di Roar Uthaug con il Premio Oscar® Alicia Vikander nel ruolo di Lara Croft. E che Lara… intrepida, audace, intelligente e impavida.

In questa nuova avventura, Lara è figlia di un ricco eccentrico, scomparso quando lei era ancora una bambina. Divenuta adulta, si aggirerà per le strade di East London lavorando come corriere in bicicletta. Si rifiuterà di assumere il comando dell’impero paterno, perché non ha mai accettato l’idea della morte del padre, tant’è che per scoprire la verità, si getterà a capofitto alla ricerca di una tomba leggendaria nascosta su un’isola mitologica, al largo delle coste del Giappone. Ma la sua non sarà affatto una missione semplice; solo raggiungere l’isola si rivelerà estremamente pericoloso… figuriamoci il resto!

E se vi state chiedendo se durante la visione della pellicola si rimpiange la sensuale Angelina Jolie, la risposta è no. Alicia Vikander è perfetta in questo ruolo alla Indiana Jones. Tra sequenze adrenaliniche, paesaggi mozzafiato, fughe, sparatorie, salti, enigmi da risolvere, corse a perdifiato e acrobazie varie, Tomb Raider sa intrattenere a meraviglia.

Quindi, dimenticatevi la guerriera maggiorata incarnata da Angie e godetevi Alicia Vikander in tutta la sua forza e intensità.

La storia narrata, poi, è accattivante e trasporta il pubblico in un luogo magico e potente dove sembrerebbe essere governato da una terribile principessa, Himiko, detentrice di un potere oscuro.

In sostanza, il film è pura azione, energia e rispecchia la base videoludica offrendo agli spettatori avvincenti twist narrativi e una sottotrama survival abbastanza originale.

In conclusione, Tomb Raider si configura come un buon film ricco di emozioni, da vedere assolutamente.

 

Silvia Casini

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