Remothered: Tormented Fathers – recensione

Remothered: Tormented Fathers è il primo capitolo della trilogia ideata da Chris Darril, uno sviluppatore videoludico italiano, e successivamente sviluppato dalla Darril  Arts con la partnership di Stormind Games.

Il progetto inizialmente nacque nel 2008, come remake del videogioco Clock Tower. Dal 2012 si decise di cambiare totalmente trama, mantenendo comunque l’influenza del gioco.

Il 31 ottobre 2017 venne rilasciata la versione beta di Remothered: Tormented Fathers, invece il 30 gennaio 2018 quella completa.

Come detto in precedenza, la trama venne alterata, creando qualcosa di nuovo, mantenendo però alcuni elementi e personaggi del remake. La storia parla di una donna misteriosa, Rosemary Reed, che rimane bloccata in una villa mentre cerca informazioni su Celeste Felton, la figlia scomparsa del notaio Richard Felton. Per scoprire la verità, dovrà sopravvivere in una notte da incubo in quanto tre misteriosi stalkers la vorranno morta.

Il gioco principalmente è uno stealth in terza persona: se vorremmo sopravvivere, dovremmo spesso nasconderci o camminare di soppiatto. Il suono è un’arma a doppio taglio: i nemici sono molto sensibili ai rumori e correre per la casa potrebbe risultare fatale. Nonostante ciò, potremmo sfruttare i suoni per distrarre i nemici lanciando oggetti in punti desiderati, oltre che percepire gli spostamenti degli squilibrati.  Gli armadi ed i sofà saranno i nostri migliori amici, soprattutto se dovremmo nasconderci dagli stalker.

A differenza di molti giochi survival horror, la protagonista è una donna qualunque, senza un addestramento speciale di autodifesa, con tacchi per giunta; in più dovremmo difenderci con qualsiasi oggetto ci capiti in casa, perfino con spilli o forbici. Ciò aumenterebbe il realismo del gioco, così come l’inventario limitato. Gli specchi saranno fondamentali per guarirci e salvare la partita. Purtroppo sono disposti in luoghi specifici e dovremmo percorrere punti strategici della casa per trovarli. Questo accrescerebbe l’ansia del giocatore in quanto dovrà andare verso la salvezza, evitando di attirare su di sé le attenzioni del nemico. Gli enigmi sono semplici, ma dovremmo recuperare diversi oggetti sparsi nella casa per sbloccarli e spesso dovremmo ripassare sullo stesso luogo diverse volte.

L’atmosfera è tanto claustrofobica quanto inquietante. Pare che la casa risucchi ogni senso di sicurezza al giocatore. Il buio è sia nostro alleato che nemico: gli stalker potranno non vederci, ma anche noi avremo difficoltà a percepirli. Gli elementi religiosi sono molto presenti nel gioco, ma vengono distorti, quasi a mostrare la corruzione dei personaggi. Inoltre, il tema dei legami famigliari è molto importante in quanto Remothered: Tormented Fathers è un gioco in cui la colpa dei padri ha un ruolo fondamentale, così come la follia e la vendetta. Tormentati sono anche i personaggi, ognuno con i propri scheletri nell’armadio. Nessuno in Remothered è candido e senza peccato. Sono tutti un po’ vittime e un po’ carnefici.

Le ispirazioni più evidenti, oltre a Clock Tower, sono The Rule of Rose, Silent Hill e The Evil Within (soprattutto per il salvataggio tramite gli specchi). Vi sono anche citazioni al remake cestinato, così come al film Rosemary Baby e Psycho.

Un gioco consigliato agli amanti nostalgici dei videogiochi anni ’90, ma anche a coloro che amano gli horror psicologici. Una piccola chicca del mercato videoludico italiano e internazionale.

 

Debora Parisi

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