The silent man: recensione

Piaga indimenticata dell’intera storia americana, lo scandalo Watergate è ancora argomento scottante su cui basare gran parte della cinematografia a stelle e strisce, sfornando una vasta ispirazione a svariati autori che intendono dire la propria sul fatto in sé e sui protagonisti che hanno partecipato al suddetto scandalo; viene alla mente l’Alan J. Pakula di Tutti gli uomini del presidente, interpretato da Dustin Hoffman e Robert Redford, oppure il Ron Howard de Il duello Frost/Nixon, dove un’intervista/scontro televisivo del noto ex-presidente diviene un modo per fare il punto sul potere esercitato alle spalle del Watergate in sé, fino a capitolare con lo Steven Spielberg del recentissimo The Post, opera che narra dell’articolo del Washington Post che mise con le spalle al muro il presidente Nixon in persona, poco prima del suddetto scandalo che lo rovinò del tutto.

A questi nomi si aggiunge ora tale Peter Landesman, nome poco altisonante per il grande pubblico ed autore di un paio di film impegnati socialmente, nonché entrambi tratti da una storia vera, come Parkland (sull’ospedale che nel 1963 ricoverò l’appena assassinato John F. Kennedy) e Zona d’ombra (sulla lotta delle benefiche teorie del dottor Bennett Omalu, interpretato da Will Smith, contro le multinazionali del football); con The silent man il nostro regista intende parlare di colui che è ritenuto il vero responsabile dello scandalo Watergate, ovvero quel Mark Felt, agente governativo dell’FBI, che operò di nascosto col famoso pseudonimo di “gola profonda” (ogni riferimento all’omonima opera porno non fu casuale).

A ricoprire i panni di questo controverso personaggio della politica americana è stato chiamato Liam Neeson, volto caro di tanto cinema action attuale (Io vi troverò, A-Team, Run all night – Una notte per sopravvivere), qua preso ad interpretare l’ennesima parte di un personaggio realmente esistito, come fece anche con Schindler’s list – La lista di Schindler, Michael Collins e Kinsey tra l’altro. In mezzo ai produttori del film di Landesman troviamo l’attore Tom Hanks, il regista Ridley Scott (Alien, Blade runner, Il galdiatore) e sua moglie Giannina Facio (qua riportata col nome Giannina Scott).

The silent man è tratto da un libro di Felt stesso scritto assieme a John D. O’Connor e prende avvio nei primi anni ’70, subito dopo che la Federal Bureau of Investigation scopre che qualcosa sta andando storto ai vertici presidenziali, causa un complicato caso di fuga di notizie avvenuto da dentro un albergo chiamato Watergate; è così che la nota agenzia investigativa è quindi costretta a cambiare alcune cose all’interno del proprio organico, trovando assolutamente un nuovo capo e gestendo la situazione tramite alcuni fidati uomini.

Uno di questi è Mark Felt (Neeson), integerrimo agente governativo al servizio da anni, sempre dietro ai retroscena della Casa Bianca e del presidente in carica Richard Nixon; retroscena che ben presto arrivano agli occhi di tutti, causa la presenza di una talpa dentro l’F.B.I. stessa.

Chi sarà la spia? Chi è che sta muovendo le fila contro il volere dello Stato? Tutti sono sospettabili, ma nessuno arriverebbe a credere che Felt possa essere il vero responsabile.

Lungometraggio dalle tematiche forti , The silent man è ovviamente un trattato filmico di ciò che successe alle spalle di quei primi anni ’70 governativi, caotici e nell’occhio del ciclone, ricchi di intrallazzi e operazioni fuorilegge che mai la popolazione avrebbe dovuto conoscere; conscio di ciò, Landesman elenca quindi di sequenza in sequenza tutto ciò che attorniò Felt all’epoca, per l’occasione qua reso da un convincente Neeson munito di capello imbiancato.

Forse un po’ troppo monocorde e non esente da cadute di tono, per lo più dovute ai siparietti coniugali del protagonista con la moglie Audrey (qua interpretata da Diane Lane), The silent man alla fine è ciò che gli appassionati di cinema politico hanno sempre desiderato, trovandosi di fronte ad un documento su fotogrammi ben dettagliato e ottimamente interpretato; infatti nel cast possiamo notare anche la valida presenza di attori come Marton Csokas, Tony Goldwyn, Josh Lucas, Bruce Greenwood, Michael C. Hall, Noah Wyle e Tom Sizemore.

The silent man è puro cinema verità romanzato al minimo indispensabile, tra documentario e reportage televisivo.

Mirko Lomuscio