The evil within: recensione

Conosciuto in Giappone come Psychobreak, The evil within è un videogioco survival horror, edito dalla Bethseda. Il 13 ottobre 2017 è uscito il seguito, The evil within 2.

L’intero gioco è una discesa negli abissi infernali della mente di un sociopatico. Il detective Sabastian Castellanos finisce invischiato in una situazione alquanto inquietante: dopo aver risposto alla chiamata d’aiuto del Beacon Hospital di Crimson City, il nostro detective si ritroverà in un mondo onirico, corrotto dalla follia e l’odio del “padrone di casa”: Ruvik.

Sebastian dovrà scoprire come uscire prima che sia troppo tardi…

The evil within è un richiamo sia a Silent Hill che a Resident Evil; dal primo ha preso l’allegoria psicologica dei mostri dell’animo umano, mentre dal secondo ha preso soprattutto l’azione ed i chiari riferimenti fantascientifici.

 Non a caso il suo ideatore, Shinji Mikami, è il creatore della saga Resident Evil, ma anche di videogiochi come Dino Crisis e Devil May Cry.

 

I mostri che affronteremo sono un chiaro riflesso della psiche di Ruvik, alias Ruben Victoriano, ma anche dei soggetti intrappolati nello STEM.

Villa Victoriano ricorda molto Villa Spencer in Resident Evil, così come le meccaniche di gioco.

Come in altri lavori di Mikami, i personaggi vengono “mostrati”: attraverso le loro azioni, pagine di giornale e diari, costruiremo pezzo per pezzo la loro psicologia e storia. Naturalmente uno dei personaggi meglio riusciti è il villain principale: Ruben Victoriano, la figura più carismatica dell’intero gioco. Un moderno Dr. Frankestein che si è macchiato delle più grandi atrocità in nome dell’amore per la sorella perduta. Lo STEM, la sua opera magna, è una macchina che permette di connette più menti, con una psiche centrale posta come “mondo base”. Lo STEM è dove saremo intrappolati, con lui come cuore del sistema.

È consigliabile la modalità stealth, quando è applicabile,  in quanto è un gioco difficile. Molto difficile.

Le atmosfere sono davvero inquietanti, per gran parte della storia ci immergeremo in ambienti putridi e bui, come lo sono i corridoi più oscuri della nostra mente.

Nelle due espansioni di The consequence e The assignement, interpreteremo i panni di Juli Kidman, collega di Sebastian. Affronteremo anche altri aspetti che nel gioco principale che non potevamo scoprire, in quanto vedevamo dal punto di vista di Sebastian Castellanos. In questi giochi scopriremo il vero ruolo della ragazza nella faccenda  e soprattutto la presenza del vero nemico della serie: la Mobius, organizzazione che vuole usare lo STEM per fini loschi.

In questi due giochi l’elemento stealth è uno dei fattori fondamentali della struttura ed è stato migliorato rispetto all’episodio precedente: possiamo lanciare anche bastoncini luminosi per guidarci lungo l’oscurità oppure per distrarre i nemici.

Il dlc The executioner è ambientato tra i fatti di The evil within 1 e 2: interpreteremo un padre che entrerà nello STEM per salvare la figlia, assumendo il ruolo de Il custode, uno dei boss del primo capitolo.

In questo gioco avremmo alcuni indizi sul futuro dei  personaggi del capitolo precedente, così come l’indizio sulla vera sorte della figlia di Sebastian.

In The executioner, a differenza degli altri,  la modalità furtiva è meno importante, in quanto interpreteremo letteralmente un uomo alto come un armadio a due ante, vestito da macellaio, con una cassaforte al posto di una testa, un martello da fabbro in una mano ed un sacco insanguinato nell’altra. La versione “evilwithiana” di Pyramid Head, signori!

In conclusione, il primo capitolo della saga e le rispettive espansioni della serie potranno essere apprezzati sia dagli amanti dell’horror psicologico, sia agli amanti dei classici survival con i mostri. Preparatevi a scendere nei meandri della follia!

 

Debora Parisi

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