Strane ferite: recensione

Edito dalla Cut-up Publishing, casa editrice specializzata in horror e fantascienza, Strane ferite di Stefano Fantelli è un interessante esperimento che mescola diversi generi per creare qualcosa di unico. La struttura narrativa non è adatta a tutti, ma piacerebbe di sicuro a chi ama i flussi di coscienza o lo stile surreale.

Come detto prima, il romanzo è corale, e ha diversi protagonisti: Maya, Fabrizio, Daria, Alice, Valentina ed Elvis, oltre ad altri di minor importanza.

Ognuno soffre di un disagio interiore che si fonde con un’atmosfera fantastica: Valentina è una ragazza schizofrenica che è disposta ad uccidere le persone che ama pur di non far scomparire i loro sentimenti. In un certo senso, l’omicidio congela l’immagine del caro, impedendogli di mutare gli affetti. Daria è una donna che soffre i traumi degli abusi sessuali subiti da ragazzina, ma nonostante ciò continua a trovare uno scopo per vivere. Alice, che ha una relazione con Daria, è una sognatrice e compositrice in erba, Elvis, anche lui sognatore che però si è ritrovato a fare un lavoro umile, Fabrizio, un uomo che prova un odio viscerale per la sua ex Maya, ora diva del cinema, per averlo lasciato.

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E mentre questi personaggi vivono questi drammi quotidiani, delle cose viscide entrano nei corpi delle persone, spingendole a dirigersi verso un luogo oscuro…

Ammettiamo che tale idea assomiglia un po’ a quella del film horror “Slither”, sebbene l’origine sia totalmente diversa.

Per tutta la lettura del romanzo, si percepisce una sensazione di melanconia e disgusto, quasi che l’intenzione dell’autore fosse quella di trasmettere il mal di vivere dei protagonisti.

La struttura corale permette di guardare la psiche dei vari personaggi, oltre che fungere da puzzle per capire la situazione. Infatti non saremo mai del tutto sicuri se l’orrore sia reale oppure una metafora del disagio interiore dei protagonisti, ad esempio il famigerato “alieno” che tormentava Daria e l’abusava, è in realtà un uomo consumato dal cancro, patetico e disgustoso.

L’orrore è anche metafora della solitudine, della disperazione di un uomo che cerca compagnia. Solo la voglia di vivere potrà sconfiggere le presenze malefiche.

L’amore è la seconda tematica principale, ma è presentato come un sentimento corrotto, distruttivo. A parte la relazione tra Alice e Daria, l’unica storia d’amore sana, le altre paiono tossiche. Fabrizio è il fulcro centrale di questa situazione, incapace di accettare la fine della relazione turbolenta con Maya, cadrà in un’altra tale e quale, dimostrandosi un uomo che non impara dai propri errori.

In conclusione, Strane ferite non è un libro adatto a tutti a causa dello stile surreale. Se vi piacciono le sfide e gli ambienti onirici e deliranti, questo libro fa per voi.

 

Debora Parisi

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