Spider-man: across the Spider-Verse – Recensione

Nonostante il cinema della Marvel Cinematic Universe di proprietà della Disney negli ultimi anni stia arrancando in fatto di qualità artistica, mostrando risultati artistici ben inferiori alle vedibili produzioni che ci sono state nel decennio 2010, la parte che invece affaccia alla Sony Pictures riesce a regalare qualche barlume di soddisfazione da cinecomic, e lo fa grazie ad un titolo di animazione ricoperto di allori e grandi incassi.

Ci riferiamo ovviamente al bel Spider-man: un nuovo universo, un lungometraggio del 2018 che è riuscito ad abbracciare i favori di critica e pubblico con la sua immensa ispirazione, capace di accontentare ogni punto di vista riguardo all’eredità delle note strisce create da Stan Lee e Jack Kirby, tanto da meritare un Academy Awards per il miglior lungometraggio d’animazione.

Ma è dell’uomo ragno all black ricoperto dal giovane Miles Morales quello qua raccontato, le cui vicende tra universi paralleli e altri Spider-man valorosi ad affiancarlo sono riuscite a uniformare un’avventura senza eguali.

Ora, 2023, si continua con questo iperbole punto di vista animato, arrivando sui grandi schermi un sequel su misura, capace di aumentare l’entusiasmo che si era creato con il capitolo precedente; per la regia del trio Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson, ma supervisionati dai produttori/sceneggiatori Phil Lord e Christopher Miller, il qui presente Spider-man : across the Spider-Verse giunge agli occhi dei suoi numerosi fan con la voglia di regalare altro spettacolo per questa variante cartoon del noto “ragnetto di quartiere”.

Si aprono le danze nel mondo della Gewn Stacy, alias Spider-woman, la quale dovrà tornare da Miles per poterlo coinvolgere in un nuova vicenda al di là del pensabile.

Tutto ha inizio con la comparsa di un nemico che si fa chiamare La macchia, un uomo capace di spargere buchi neri per ogni dove e minaccioso per l’esistenza di Miles stesso, tanto da portarlo dritto in un mondo dove c’è un’immensa comunità di Spider-man.

Qua il giovane scoprirà diverse verità nei riguardi del suo destino, verità che non potrà ignorare e che lo porteranno faccia a faccia con scottanti decisioni, atte a metterlo di fronte ad un bivio esistenziale di grande importanza.

Consci dell’eredità artistica lasciata dal precedente Spider-man: un nuovo universo, i creatori di questo sequel voluto a tutti i costi alzano di parecchio il tiro e infarciscono la propria pellicola con quanti più possibili riferimenti meta-fumettistici del caso, usufruendo sempre di un’animazione che sta al passo col tipo di racconto e che colpisce per la sua impressionante resa.

Vero però è anche il fatto che questa stessa animazione per una buona prima parte infastidisce non poco, eccedendo in disegni epilettici con ritmi isterici tipici del cinema di Lord e Miller; ma una volta che ci si sente adagiati, ecco che Spider-man: across the Spider-Verse mostra tutte le sue buone carte e crea un overdose di vero e proprio nerdismo su immagini in movimento, una summa di tutto ciò che passa nella mente di un qualsiasi appassionato di fumetti, sia nel bene che nel male.

Non mancano citazioni e easter eggs a profusione, anche rivolti al cinema live action di Spider-man (immagini dei film con Tobey Maguire e Andrew Garfiled docet), come anche la voglia di alzare le sorti di un prodotto sulle cui spalle c’è molta responsabilità, dati gli esiti del suo buon predecessore.

Certo sta di fatto che quel primo film in fin dei conti si trattava di un’opera a suo modo autoconclusiva, mentre Spider-man: across the Spider-Verse punta verso ad una serializzazione a tutto tondo, aprendo la finestra ad un proseguimento che dovrebbe tirare le somme in modo ottimale, date le premesse ben calibrate in questo sequel.

Una mossa che può ricordare i fasti de L’impero colpisce ancora e per un nerd come si deve tanto basta per apprezzare tale operazione, il tutto in attesa del prossimo capitolo Spider-man: beyond the Spider-Verse.

Mirko Lomuscio