Campioni: recensione

Handicap e sport nel mondo del cinema è sempre stato un binomio che ha dato vita ad opere che, con grande sfondo umanitario, sono riuscite a creare visioni dal sapore leggero; ce lo ha ricordato nel 2018 un film spagnolo intitolato Non ci resta che vincere diretto da Javier Fesser (anche se soltanto l’anno prima c’è stato il nostrano Tiro libero di Alessandro Valori che come trama aveva parecchie similitudini) e ce lo ricorda quest’anno l’americano Campioni di Bobby Farrelly, che del film di Fesser è un remake.

Protagonista di questa versione a stelle e strisce è il grande Woody Harrelson, il quale ricopre i panni di Marcus, un irruento coach di basket costretto a dover scontare una condanna per via di un incidente in stato di ebbrezza causato con la macchina.

L’uomo, per non finire in prigione, deve prestare servizio ai servizi sociali allenando una squadra totalmente formata da ragazzi affetti da disabilità mentale.

Inizialmente la cosa sembra preoccupare Marcus, ma gradualmente riesce a stabilire un rapporto umano con questi giovani, allenandoli con passione e lasciandosi coinvolgere dalla loro irrefrenabile voglia di vivere e di vincere, senza contare l’amore che prova per Alex (Kaitlin Olson), la sorella di uno dei giocatori.

Separato dall’oscarizzato fratello Peter Farrelly di Green book, il regista Bobby Farrelly nella sua lunga carriera dietro la macchina da presa ha sempre affrontato in un certo modo l’argomento handicap, inserendo nelle bizzarre trame dei suoi film, tra una gag e l’altra, qualche sentita parentesi dedicata ai meno agili, per non parlare dell’argomento Special Olympics trattato nel film da lui prodotto The ringer – L’imbucato, datato 2005; con Campioni il nostro autore riesce ad incentrarsi esclusivamente su questo delicato argomento, tirando su una commedia centellinata e simpatica, capace di strapparci due risate nel corso della sua visione.

Ad aiutare in questa causa troviamo un Harrelson ben coinvolto (già al servizio dei Farrelly in Kingpin), qua anche nelle vesti di produttore esecutivo, il quale trascina tutta la modesta riuscita di Campioni sulle proprie spalle, assecondando la trama di facile presa, scritta da Mark Rizzo, e sostenendo la caratterizzazione dei personaggi ricoperti dagli attori realmente non abili (loro sono Madison Tevlin, Joshua Felder, Kevin Iannucci, Ashton Gunning, Matthew Von Der Ahe, Tom Sinclair, James Day Keith, Alex Hinz, Casey Metcalfe e Bradley Edens).

Ed il vero punto di forza del film sono proprio quest’ultimi in fin dei conti, anche perché lo svolgimento presenta altre sottotrame un po’ fine a se stesse (la storia con la Alex della Olson risulta solo materiale di riempimento) e personaggi secondari abbozzati quanto bastano (Cheech Marin nei panni del custode Julio, Ernie Hudson in quelli del coach Phil Perretti), e il risultato finale si salva per la sincerità con cui Farrelly come sempre riesce ad inscenare una commedia dai buoni sentimenti, senza risultare in fin dei conti troppo scontato e neanche eccessivamente inverosimile.

Campioni è un piacevole prodotto che potrà sollazzarvi e catturare nelle sue due ore di durata, e non è poco.

Mirko Lomuscio