Song to song: recensione

Il regista e sceneggiatore Terrence Malick, torna nelle sale cinematografiche italiane il 10 maggio 2017 con il suo ultimo lavoro Song to song, in cui racconta la storia di un musicista BV (Ryan Gosling) in cerca di successo, della sua compagna Fye (Rooney Mara) e del suo produttore Cook (Michael Fassbender), il cui legame va oltre il rapporto lavorativo e di amicizia e che coinvolgerà la giovane cameriera Rhonda (Natalie Portman), dando vita a una storia d’amore distorta e intensa.

Malick in realtà racconta un viaggio interiore, alla disperata ricerca di se stessi, attraverso la fame di vivere dell’anima sperimentando tutto senza escludere nulla, imparando e provando sulla propria pelle ogni emozione, sensazione e sentimento.

Inizia così un percorso psicologico tortuoso, in cui il voler provare a tutti i costi ogni esperienza, conduce i protagonisti a spingersi oltre i limiti emotivi, portando alla luce le paure più profonde e recondite, con l’obiettivo finale di conviverci e di non distruggerle, poiché i demoni che albergano in loro, e forse sono presenti in ognuno di noi, sono un elemento che costituiscono il loro/nostro essere così come gli angeli che ne fanno parte, la luce e l’ombra, la  notte e il giorno del loro/nostro lato più intimo e oscuro.

Un sentiero che fa sorgere domande apparentemente superficiali e comuni: “Cosa vogliamo? Cosa ci rende felici?” Ma soprattutto: “Chi siamo?”.

A guidare questa ricerca spasmodica, verso delle risposte certe, è la figura di Cook artefice, a volte cosciente a volte incosciente, dei cambiamenti esistenziali, perché come un abile burattinaio smuove i fili degli altri personaggi, facendoli perdere fin quasi all’autodistruzione.

Carismatico, affascinante e trasgressivo. In sostanza, una splendida interpretazione di Fassbender, così come Ryan Gosling e Rooney Mara, in grado di esprimere la rabbia, il dolore e la paura attraverso un linguaggio del corpo sensuale e a volte romantico.

Ad accompagnare i protagonisti, l’alternarsi di artisti di altrettanto grande livello, come Kate Blanchet, Val Kilmer, Holly Hunter e Berenice Marlohe, e di star della musica nel ruolo di se stessi, come i Red Hot Chili Pepper, Iggy Pop, Anthony Kiedis, Michael Peter Balzary, John Lydos, Florence Welch e Patty Smith, quest’ultima anche nelle vesti di mentore di Faye, capace di indicarle la retta via per raggiungere il proprio centro.

La cura della fotografia di Lubezky e della scenografia di Jack Fisk, evidenziano, esaltano e valorizzano i minimi dettagli degli scenari e delle location. Non possiamo non notare la costante presenza dell’acqua raffigurata in tutte le sue forme, che simboleggia e sottolinea ulteriormente i tumulti interiori attraversati dai protagonisti, così come la musica dal ritmo incalzante o dolce a seconda della situazione.

In conclusione, Song to song è un’ottima pellicola introspettiva, adatta a un determinato pubblico, maturo e adulto, che ama immergersi nel proprio “Io” lasciando parlare le immagini, interrogandosi continuamente, cercando una libertà mentale e fisica, in cui a farla da padrona è la disperata voglia di vivere e di sentirsi vivi, di essere qualcuno correndo il rischio di innamorarsi, di soffrire rompendosi in mille pezzi e di ricominciare ineluttabilmente daccapo.

 

Emanuela Giuliani

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