Sei un fiore blu: recensione

“I gatti non sono tutti tigrati. Le nuvole non sono tutte bianche. E i fiori non sono tutti gialli”.

Eccolo un delicato racconto sulla meraviglia di essere unici e diversi, sto parlando dell’albo illustrato Sei un fiore blu di Sonya Hartnett, edizioni Rizzoli.

Una storia delicatissima nelle illustrazioni, ma anche intensa nelle parole, che colpisce sia chi legge, sia chi ascolta.

Io ho sempre letto libri a mia figlia, da quando aveva 2 mesi, spesso mi piace andare con lei in libreria pare curiosare un po’ tra gli scaffali dei libri, nuovi e meno nuovi.

È un nostro rituale, da quando non si può più fare lo stesso nelle biblioteche per ragazzi e bambini, per via delle misure di prevenzione e sicurezza anti COVID-19.

Entriamo insieme e subito ci dirigiamo al reparto bambini, lei sceglie quello che vuole per sé, dopo averne sfogliato qualcuno, io poi magari ne scelgo un altro per lei, magari un po’ diverso dai soliti.

Questa volta la scelta è caduta, per lei, su un libro Disney-Pixar, per me su Sei un fiore blu.

Ho scelto a scatola chiusa, ad istinto. Mi colpito l’illustrazione sulla copertina, delicata, poetica, con questa bimba che disegna fantasie blu su bianco.

La storia è quella di una bimba che non si sente abbastanza, che ha paura, che non si trova a scuola e tra i compagni. Si sente diversa. Vorrebbe essere come gli altri, ma non sa come fare.

“Certe volte mi sembra che, anche se mi sforzo un sacco, sono tutti migliori di me”. Dice la bimba della storia: a chi non è mai capitato di sentirsi così?

E non parlo solo di chi è stato un bambino o bambina con disabilità, ma anche di bambini perfetta normotipici che, per un motivo o per l’altro, non sono proprio aderenti alle aspettative che ci si fa su di loro.

Basta poco per essere considerati “fuori dalla massa”, magari un modo di porsi, di parlare, di portare i capelli… (mia figlia, ad esempio, è stata spesso presa in giro solo per i suoi capelli ricci). Questa storia, in maniera molto semplice mostra come non sia una cosa così brutta essere originali, timidi, impacciati, lenti. La bambina non vuole più andare a scuola, così la mamma le dice, mentre cucina: “Essere diversi può non essere facile, ma alla fine capisci che è una bella cosa”.

La bambina capisce che è giusto è bello essere “semplicemente diversi”, perché “il fatto che le cose siano diverse rende il mondo meraviglioso. Nessuno vuole un mondo tutto uguale”.

Questo è un messaggio all’apparenza banale, ma potentissimo, perché è la verità, per quanto essere dalla parte del “diverso” non è per nulla facile.

Essere “un fiore blu” in mezzo a tanti fiori gialli è l’augurio che faccio a mia figlia per il suo futuro e a tutti quelli che si sentono da meno per le proprie caratteristiche o fisicità non conformi.

Il mondo ha bisogno di tanti fiori blu.

Samanta Crespi

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