Potevi dirmelo

          E la casa era lì,

            in cima alla salita

            di una terra che aspra scollina.

            Lo sguardo su vigneti e ulivi,

            la pelle grinzosa scurita

      di sole e di scirocco.

           

 

 

            Il tempo  –  m’insegnavi

            scava rughe, sgretola sassi

            e lento poi t’annera 

            l’arcobaleno del pensiero…

 

            Ma nel lecceto il fiato

            del vento era immutato e nel giardino,

            fra garbugli di siepi

            e bruciore d’ortiche,

            s’erano schiusi i tuoi giacinti

            azzurri più del mare.

           …Potevi dirmelo

           l’aprile di partenza,

           nell’alito struggente di profumi,

           che avresti portato l’azzurro

           fissato dentro gli occhi,

           anche l’istante dello schianto.

          

           Potevi madre. Avresti un poco

           alleggerito questa pena.

 

Testo Danila Olivieri