Piccolina: recensione

Piccolina è un libro atipico. Non va letto come un fantasy, ma come una fiaba surreale, con tratti picareschi. In base ai pochi elementi citati nella storia, intuiamo che ci troviamo nell’est Europa, durante il periodo della Grande Guerra. 

Pavla, una dei nostri protagonisti, è una bambina tanto attesa dai genitori. A differenza della fiaba di Pollicina, con cui però condivide diverse analogia, la bambina nasce sì piccola, ma affetta da nanismo. Vediamo quindi la sua vita  scorrere tra l’ignoranza e la superstizione di un paese contadino, che attribuisce la sua deformità a qualche cattiveria o sbaglio di origini sovrannaturali. I genitori amano la bambina che, nonostante il suo problema fisico, cresce fino a diventare una preadolescente dal viso angelico ed un’intelligenza acuta. Ma il desiderio di darle una vita normale accostato alla paura di lasciare la figlia da sola, spingerà i genitori di Pavla a cercare aiuto tra dei ciarlatano per allungarla d’altezza, sottoponendo la piccola a diverse torture. E da qui inizierà l’ambientazione surreale del romanzo.

Pavla diventa un’entità mutaforma: nana, donna lupo, lupa, una prigioniera e poi aria, potenza, femminilità, un’entità libera dal mondo che l’ha imprigionata e tormentata. La Silver non dichiarerà mai la natura esatta di questo personaggio in quanto non è necessario.

I personaggi sono ben descritti, in particolare Danilo e Markus. Danilo è l’ assistente del ciarlatano che torturò Pavla, che vaga per cercarla, in quanto perdutamente innamorato di lei. Markus è un bambino selvatico, inizialmente maleducato in quanto diffidente verso il mondo, ma che poi svilupperà un legame fraterno con Danilo. Ogni personaggio ha un suo demone che lo tormenta. Non sono i protagonisti ad essere assurdi, ma è la realtà che li circonda ad esserlo. Sono vittime di un mondo folle.

Piccolina è anche un’esplorazione sul folklore slavo: abbiamo diverse citazioni a spiriti dei boschi, acquatici, folletti e rituali. Una piccola chicca per gli amanti delle leggende.

La scrittrice è riuscita con il suo stile surreale ed ironico a descrivere una storia molto cruda senza sentirne il peso.  

In conclusione, Piccolina è un romanzo che fa riflettere, con diversi livelli di interpretazione. Non va assolutamente trattato come un fantasy, ma come un romanzo onirico e fiabesco.

 

Debora Parisi

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