Parità di genere e influenza sociale: intervista esclusiva a Irene Facheris

Bentornati a questo episodio di Interviste impossibili, oggi la nostra ospite d’onore è Irene Facheris, che su YouTube è conosciuta col nome di Cimdrp. Laureata in psicologia, è la fondatrice del progetto Bossy. Su YouTube è nota per le sue interessanti analisi su tematiche, come la parità tra i sessi, sensibilizzazione contro le discriminazioni e i diritti per le persone LGBT, ecc..

Ciao Irene, descriviti in tre parole.

Complessa, tenace, femminista.

Parlaci un po’ di te.

Sono laureata in Psicologia del Lavoro e dal 2013 faccio la formatrice, cioè aiuto le persone a stare meglio dove stanno, accompagnandole in un percorso che ha l’obiettivo di allenare i muscoli relazionali, come la capacità di comunicare e di ascoltare davvero qualcuno. Dl 2014 mi occupo anche di parità e tengo corsi sulla diversity nelle aziende e nelle principali scuole e università italiane.

Com’è nata l’idea di creare un canale YouTube?

È nata per gioco, caricando video comici. Poi ho sviluppato alcuni interessi che mi hanno portato a volerne parlare anche online e da lì ho deciso di cambiare i contenuti del mio canale e allinearli alle mie passioni e al mio lavoro.

Parlaci dell’associazione Bossy.

Bossy è un’associazione di cui sono presidente nata nel 2014 che si occupa di parità nel senso più ampio del termine. Portiamo avanti un femminismo intersezionale (che crede che ogni discriminazione sia in qualche modo linkata alle altre e che quindi non ci si possa occupare solo di una) e andiamo sempre oltre gli stereotipi.

A proposito di attualità, cosa ne pensi del “Congresso della Famiglia” avvenuto a Verona?

Ho deciso di non esprimermi perché ho studiato il Medioevo tanto tempo fa e non avevo intenzione di riprenderlo in mano. In generale, l’ho trovato un raduno di hater ben poco mascherato.

Cosa ne pensi della discriminazione che avviene tra minoranze? Ad esempio, spesso alcune persone LGBT discriminano transessuali e bisessuali, cadendo negli stereotipi e nelle intolleranze esattamente come gli etero. Secondo te, queste discriminazioni dovrebbero essere combattute esattamente come quelle perpetuate dalla maggioranza?

Ogni discriminazione fondata su criteri ingiusti va combattuta. Bisognerebbe però anche prendersi il tempo di chiedersi “perché?” Perché una persona discriminata discrimina a sua volta? È un triste meccanismo di rivalsa, una guerra fra poveri? E a chi giova, soprattutto?

La violenza non ha sesso, né età. Concordi con questa affermazione?

Be’, no. La violenza è sempre sbagliata, ma le statistiche ci dicono che ha un sesso, eccome se ce l’ha. Vuol dire fare di tutta l’erba un fascio? Sicuramente no. Vuol dire che è solo uno il sesso che fa violenza? Ovviamente no. Ma raccontarci la storiella che “la violenza non ha sesso” non ci aiuta a risolvere il problema.

Pensi che i media e la cultura influenzino l’associare la violenza a un solo genere o un solo fascio d’età?

Penso che ci siano dei dati di fatto (le statistiche appunto) e che siano quelle a dirci che la violenza si associa più frequentemente a un genere. I media e la cultura tendono invece ad associare la violenza a una certa etnia, nello specifico quella straniera, indipendentemente dal Paese in cui viene data la notizia. Il cattivo è sempre l’Altro.

Dare etichette agli orientamenti sessuali è giusto oppure no?

Le etichette possono dividere ma possono servire per comprendere meglio qualcosa che può risultare caotico, distante e quindi da allontanare e discriminare. Dopodiché, se una persona vuole definirsi usando un’etichetta, chi siamo noi per dirle “no, non dovresti”?

Generi letterari preferiti?

A parte tutta la saggistica che ha come argomento la parità, direi un bel romanzo!

Domanda curiosa: secondo te, come mai le storie d’amore omosessuali finiscono quasi sempre in tragedia? (ad esempio il Blu è un colore caldo, Chiamami col tuo nome).

La famosa sindrome della poiana! Credo si faccia fatica a raccontare una storia omosessuale senza finale tragico perché vorrebbe dire a) normalizzarla (è una storia come tante) e b) non fare passare il messaggio che “se sei gay non può che finire male per te”!

Progetti per il futuro?

Sta finendo Parità in Pillole, la mia rubrica online che ho aperto nel 2016. È nato nel frattempo Bossy+, lo spin-off di Bossy pensato per le aziende. Poi bolle altro in pentola, ma è presto per dirlo senza portarmi sfortuna!

Debora Parisi

© Riproduzione Riservata