Overlord: recensione

Direttamente dalla Bad Robot di J.J. Abrams arriva sui grandi schermi un appuntamento particolare, ambientato nella Seconda Guerra Mondiale e che guarda contemporaneamente a più generi, strizzando l’occhio sia all’avventuroso bellico che all’horror contemporaneo, senza lesinare in spettacolarità cinetica; per la regia di Julius Avery, alla sua opera seconda dopo aver diretto Son of a gun nel 2014, Overlord è un lungometraggio che sprizza voglia di alternare punti di vista, passando dal dramma storico ad una trama sconfinate nell’orrore puro.

Siamo nella seconda metà degli anni ’40 ed un plotone di soldati americani, che sta sorvolando la Francia, rischia di rimanere annientato da un attacco da parte dei tedeschi; tra i superstiti ci sono il soldato Boyce (Jovan Adepo) e il suo superiore Ford (Wyatt Russell), ed insieme ad altri si stazionano in un paesino vicino, col fine di portare a compimento un attacco verso il nemico nazista.

Come se non bastasse la situazione grave in cui si trovano, i nostri soldati verranno anche a conoscenza di un laboratorio dove l’esercito tedesco testa degli esperimenti su cavie umane con degli esiti al di là dell’immaginabile.

Un contesto che darà vita ad una sanguinosa battaglia tra le forze del bene e quelle del male; chi vincerà mai questa guerra?

Memore di una struttura vogliosa di spiazzare i propri spettatori, portandoli da un tipo di trama fino ad un altro contesto tutto opposto, come già fecero Predator di John McTiernan e Dal tramonto all’alba di Robert Rodriguez ad esempio, Overlord di Avery compie questo capovolgimento di linguaggi e storie con un fare davvero molto attento, trascinando la visione da un contesto bellico, comunque intriso di atmosfere dark e spaventose, fino ad uno spettacolare horror ricco di momenti cruenti e sanguinosi, realizzati ovviamente nella norma del blockbuster di genere fatto con i capitali.

L’intenzione comunque non è quella di separare nettamente i due contesti agli antipodi, quelo di guerra e quello horror, ma far sì che piano piano si possano miscelare, senza che l’uno sovrasti l’altro e senza che nessuno spettatore ne esca quindi stranito da tale capovolgimento.

Certo, non un film che osa e arriva fino a fondo Overlord, si concentra sull’intrattenimento e da quel che serve al lato visivo del tutto, gestendo i suoi ritmi e le tipiche situazioni con personaggi adeguati annessi (gli americani buoni da una parte, il malvagio nazista dall’altra, quest’ultimo interpretato da Pilou Asbæk); Avery a dirla tutta tira su un Bastardi senza gloria in salsa horror, alzando il tiro nei momenti spinti e gestendo quei contesti tipici del war movie, senza rinunciare a caratteri gratuiti che alimentano trend attuali (il girl power rappresentato dalla ribelle francese Chloe, interpretata da Mathilde Ollivier) oppure richiamando dettagli che ormai hanno fatto il proprio corso, tipo i nazisti zombie visti già in opere come L’occhio nel triangolo di Ken Wiederhorn e nel dittico Dead Snow di Tommy Wirkola, non manca neanche la siringa con siero colorato stile Re-Animator.

Curiosità per chiudere: Overlord molte somiglianze le ha con l’horror indipendente Zombie massacre 2: Reich of the dead, diretto dagli italiani Marco Ristori e Luca Boni e prodotto da Uwe Boll (il bistrattato regista di House of the dead e Alone in the dark), un lungometraggio del 2015 conosciuto esclusivamente dagli appassionati del genere che con il film di Avery ha molti punti in comune, dall’ambientazione bellica anni ’40 alla missione di salvataggio americana, fino ad arrivare al laboratorio tedesco che studia sulle cavie umane il siero dell’immortalità; certo, il tutto mostrato con esiti meno spettacolari, perché i capitali sono più irrisori di quelli esibiti nell’opera prodotta da Abrams, ma comunque molto simile nelle intenzioni.

Nonostante ciò, Overlord può ritenersi una visione più che godibile per gli estimatori del cinema d’intrattenimento.

Mirko Lomuscio