Night swim: recensione

Quando si parla di paure profonde pensare alla profondità dell’acqua è forse una delle prime riflessioni, soprattutto se questa nasconde minacciose entità; un concetto che il regista Bryce McGuire deve aver acceso nella sua mente prima nel 2014, dando la luce ad un cortometraggio intitolato Night swim, poi ora, nel 2024, che di quel corto ne trae un film cinematografico prodotto da due nomi forti del genere horror: Jason Blum e James Wan.

Questi ultimi si affidano quindi ad un trama scritta di sana pianta da McGuire stesso che ha per minacciosa entità una piscina maledetta, appartenente ad una casa di provincia abbandonata ed in vendita, dove ben presto viene ad abitare una nuova famiglia composta dall’ex campione di baseball Ray Waller (Wyatt Russell), sua moglie Eve (Kerry Condon) e i figli Izzy (Amélie Hoeferle) e Elliot (Gavin Warren).

L’uomo è infatti in cerca di un’abitazione dove possa stabilirsi definitivamente assieme ai suoi cari, in modo da poter curare la sclerosi multipla che ormai lo affligge da qualche tempo e che lo ha costretto ad abbandonare guanto e mazza per sempre.

Trovata questa casa con piscina, Ray pensa che il posto sia adatto per le cure da seguire e decide di comprarla, per la gioia anche di moglie e figli; ma quello che non sanno è che in quel luogo è successo qualcosa di oscuro anni addietro, un evento tragico legato proprio alla piscina sul retro della casa e che in quelle misteriose acque nasconde un’antica maledizione, pronta a riemergere per compiere un ultimo terrificante atto.

Al di fuori di questo spunto legato all’utilizzo di una piscina come luogo macabro, Night swim di McGuire è un prodotto che in tutta verità nulla aggiunge a ciò che è stato già detto in passato da altri film horror, soprattutto quelli che intendono ambientarsi tra le righe di un rapporto famigliare genitori/figli, nucleo che è stato già bellamente affrontato (anche meglio) in prodotti come la serie di Amityville oppure Shining, senza dimenticare le recenti saghe The conjuring e Insidious, dato che qua ci troviamo ad avere a che fare con Blum e Wan.

Si gioca anche molto sulla paura dell’acqua in Night swim, ed è proprio avendo per base una di queste premesse che era difficile per McGuire sbagliare, ed invece, il nostro regista, decide di centrare di più la narrazione tra Ray, Eve e i loro figli, lasciando l’elemento horror acquatico a se stante e renderlo presente giusto quanto basta per creare qualche guizzo di tensione, ed inutilmente c’è da aggiungere.

E’ svogliato nella sua narrazione questo horror, gestendo un cast a tratti anonimo gettato nella caratterizzazione tipica di questo genere di prodotti, contornato da colpi di scena telefonati e prevedibili, come la solita solfa di raccontare la maledizione trita e ritrita adocchiata in miriadi di lungometraggi dell’orrore .

Night swim è un lungometraggio che nel suo genere ha poco da dire e da lasciare, rimanendo per sempre nel dimenticatoio dei titoli horror a causa della sua inutilità complessiva.

Mirko Lomuscio