Nelle pieghe del tempo: recensione

Dalla visionaria regista Ava DuVernay, arriva nelle sale il 29 marzo il film Disney Nelle pieghe del tempo, una fantastica avventura tratta dall’intramontabile classico di Madeleine L’Engle.

Quando il romanzo fu pubblicato per la prima volta nel 1962, incantò innumerevoli lettori in tutto il mondo e diede vita ad altri quattro romanzi incentrati sui medesimi personaggi, che ora sono noti come il “Quintetto del Tempo”.

Il film vanta un incredibile cast, che include l’attrice premio Oscar® Reese Witherspoon nel ruolo della signora Cos’è, una delle tre guide che accompagneranno la giovane Meg in un viaggio di grande trasformazione.

Infatti, Meg Murry è la classica studentessa delle medie con problemi di autostima che cerca disperatamente di integrarsi. Figlia di due fisici di fama mondiale, è intelligente e ha delle doti eccezionali, proprio come suo fratello minore Charles Wallace, ma deve ancora rendersene conto. A peggiorare la situazione interviene la sconcertante scomparsa del padre, il signor Murry, evento che tormenta Meg e che ha lasciato sua madre con il cuore a pezzi.

Prima di scomparire il signor Murry stava studiando alcuni eventi verificatisi nel cosmo e aveva scoperto il “tesseract”, una piegatura del tempo e dello spazio che permette di viaggiare attraverso le galassie.

È per questo motivo che Charles Wallace riuscirà a mettere in contatto Meg e il suo compagno di classe Calvin con tre guide (la signora Quale, la signora Cos’è e la signora Chi) che giungeranno sulla Terra proprio per aiutarli. Tutti insieme si imbarcheranno in un’impresa attraverso il tempo e lo spazio, catapultati in mondi oltre i confini della loro immaginazione, dove saranno costretti a lottare contro una potente forza malefica. Per poter tornare sulla Terra, Meg sarà costretta a guardare a fondo dentro se stessa e ad accettare i suoi difetti, al fine di sconfiggere le tenebre che stanno rapidamente avvolgendo l’universo.

Da un punto di vista narrativo, la signora Quale, la signora Cos’è e la signora Chi non sono altro che guide interplanetarie e i loro magnifici (costumi realizzati da Paco Delgado), amalgamano atmosfere futuristiche ed elementi della terra, del mare e del cielo. I tessuti e le trame sono, di fatto, inusuali, perché vogliono infondere l’idea della grande immaginazione presente nel libro.

I temi portanti del film sono l’integrazione, l’importanza della famiglia, l’amicizia come valore fondante,  l’eterna lotta tra Bene e Male, il bullismo e la creatività.

Tuttavia, il lungometraggio non brilla e non eccelle nel panorama cinematografico, nel senso che vuoi per gli effetti speciali anni Sessanta un po’ posticci, vuoi per l’estetica patinata, questo teen sci-fi non è potente come dovrebbe, perché alla fine risulta essere un’accozzaglia di elementi talvolta non spiegati bene o spiegati male, che a loro volta semplificano troppo le lodevoli tematiche del romanzo di Madeleine l’Engle.

 

Silvia Casini

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