Natale da chef: recensione

A ogni Natale cinematografico che si rispetti non si rinuncia mai al cinepanettone di turno, ed ora, che in questi recenti anni, tale appuntamento si è moltiplicato, perché non solo Filmauro li realizza, ecco quindi spuntare anche il supporto al merito di Massimo Boldi solista, già reo di aver portato al cinema titoli legati alla linea di tale tendenza (Matrimonio al Sud e Un Natale al Sud sono gli ultimi due); con Natale da chef il noto “cipollino” si lega all’imperante moda culinaria che ormai prende dappertutto, tra appuntamenti televisivi e libri, inscenando un trama che possa affastellare quelle singolari situazioni, che solo le sue commedie hanno sempre saputo raccontare, tra pentole e battutacce.

Ecco quindi che per l’occasione Boldi raggruppa attorno a sé una serie di volti cari, sia del grande che del piccolo schermo italiano, affiancandosi a Dario Bandiera, Biagio Izzo, Maurizio Casagrande, Enzo Salvi, Paolo Conticini, Rocio Munoz Morales, Francesca Chillemi, Barbara Foria, Loredana De Nardis e Milena Vukotic, più la partecipazione del vero chef Gianfranco Vissani, tutti partecipi di questa commedia dal palato facile e intenzionata a regalare grassissime risate.

Timone di regia affidato ad un esperto del settore come Neri Parenti, artefice di alcuni tra i più redditizi cinepanettoni di sempre targati Filmauro (Bodyguards – Guardie del corpo, Merry Christmas, Natale sul Nilo).


La storia è quella dell’improbabile chef Gualtiero Saporito (Boldi), un uomo la cui incapacità ai fornelli non fa altro che mettere nei guai la povera moglie napoletana, Beata (Foria), gestrice di un ristorante rinomato.

Nonostante ciò, l’uomo però incappa in un’ occasione più unica che rara: poter realizzare le portate per il buffet del G7, un favore chiesto dal manager Fabio Galli (Casagrande), il cui piano è proprio quello di raggruppare i peggiori nel campo per evitare la bancarotta.

Ed infatti in questa avventura Gualtiero sarà accompagnato dal sommelier astemio Filippo (Bandiera), dal vice chef incapace di percepire sapori Tony (Izzo) e dalla pasticcera spogliarellista Perla (Munoz Morales); un gruppo di personaggi che sapranno solo combinare danni, nonostante la grande occasione.

Le escursioni soliste di Boldi nel campo del cinepanettone non sempre hanno portato buoni frutti, anzi, mai si è riusciti ad andare oltre la media del tipo di prodotto, nonostante stiamo parlando di film dalle pretese bassissime; non manca di centrare tale deleterio bersaglio neanche questo Natale da chef, il cui andazzo fatto di gag tristi e battute altrettanto stucchevoli non fanno altro che confermare tutto ciò.


Ma la mano di Parenti in tale frangente si avverte notevolmente, ed ecco che tutto ciò che risulta essere brutto diviene all’improvviso esilarante, coinvolgendo lo spettatore in una serie di scenette sceme ma allo stesso tempo altamente comiche (in riguardo l’esplosivo finale al G7 meriterebbe un discorso a sé); qua abbiamo a che fare con un Bandiera intenzionato a portare a letto una povera vedova interpretata dalla Vukotic, un Conticini fidanzato inconsapevole dell’attività segreta della “pasticcera” Munoz Morales, un Izzo privo di papille gustative che, tra l’altro, scambia escrementi di pecora per olive (scenetta d.o.c.), un Salvi carabiniere che sforna battute ad effetto (“per andare a letto con quella devi chiedere il permesso dei Beni Culturali” è ciò che dice a Bandiera riguardo al suo amore per la vedova) ed infine Boldi, protagonista di Natale da chef che poco porta alla pellicola, sennò la sua benedizione per gli interpreti di contorno, unica vera forza trainante della pochade qua rappresentata.

Per due risate di pancia può anche andar bene, basta che siate consapevoli della bassa qualità a cui andrete incontro.

 

Mirko Lomuscio

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