Modalità aereo: recensione

Sorvolando gli scandali che l’hanno visto sulla bocca di molti ultimamente e soffermandoci sul suo solo essere regista di commedie di successo, Fausto Brizzi torna in sala con una nuova pellicola tutta da ridere, che guarda ai nostri tempi con la voglia di raccontare uno scontro di classi sociali in modo molto leggero e divertente; grazie a Modalità aereo il noto autore di Notte prima degli esami, quindi, intende trasportarci nel mezzo di una rocambolesca farsa comica sullo sfondo del mondo dei cellulari, o di un cellulare soltanto in questo caso, prendendo per protagonisti un nutrito gruppo di interpreti di nome, come Lillo, Paolo Ruffini, Violante Placido, Dino Abbrescia e Caterina Guzzanti, tutti insieme appassionatamente per poter delineare alla perfezione i caratteri comici di ogni loro singolo personaggio.

La storia comincia nel bagno dell’aeroporto di Fiumicino, dove il noto uomo d’affari Diego (Ruffini) fa lo sventurato incontro di due addetti alle pulizie, Ivano (Lillo) e Sabino (Abbrescia), una coppia di comuni lavoratori che da questo momento vedranno aperte per loro le porte del successo.

Difatti Diego, uscendo di corsa dalla toilette, dimentica vicino al lavandino il suo telefono cellulare, oggetto che il duo di pulitori si ritrova per le mani e che, accedendovi dentro, avrà modo di rendere chiunque una persona più che realizzata.

Conti bancari, feste prestigiose, servizi escort; quel telefonino è un vero e proprio tesoro a portata di mano, che Ivano e Sabino sfrutteranno per loro realizzando ogni tipo di desiderio.

Ovviamente Diego rivorrà indietro l’oggetto e, nonostante sia a migliaia di chilometri di lontananza, farà di tutto per fermare quella coppia di disgraziati.

Di Modalità aereo si può dire di buono che lo spunto c’è, la simpatia dei protagonisti anche (per il duo Lillo/Abbrescia si propone un’altra eventuale collaborazione) e che, con la solita aria favolistica che Brizzi si porta da qualche tempo, l’opera fa il suo dovere di intrattenere, sfoggiando una sequela di situazioni leggerissime compiute in quanto tali.

Certo, non che le cose prendano un avvio degno di nota, la messa in scena è quella che è ed alcune situazioni sono gestite con molta superficialità, proprio per portare avanti il canovaccio comico del film (in primis da segnalare il modo frivolo con cui Diego scorda il cellulare, inconcepibile), e ciò fa sì che Modalità aereo si trascini la propria visione con molta faciloneria, soprattutto a livello di scrittura (sceneggiatura a cura del regista stesso con Ruffini e Herbert Simone Paragnani).

Inoltre Brizzi, pensando di voler sconfinare la sua commedia nel demenziale puro, inserisce nel contesto parentesi gratuite, come un trio di scenette cantate stile La La Land (addirittura citato in una battuta) , ed in più gestisce l’intera visione sotto una regia molto esile, mai abbastanza attenta nella costruzione di determinate sequenze cardine (tutta la pianificazione finale che avviene nella ditta di Diego, un bignami del come non dover agire a livello superficiale); ma tutto ciò viene ben nascosto da una voglia di voler raccontare la solita favoletta “ricchi contro poveri”, con l’aggiunta di momenti cult gratuiti (il ballo con Sabrina Salerno al tempo della sua hit Boys) e una storiella d’amore appiccicaticcia, messa giusto per dare quel degno spessore al personaggio della Placido (è la hostess Linda).

Non un Brizzi al suo meglio, Modalità aereo è un lungometraggio concepito con molta esilità, per una visione spensierata a suon di risate leggere.

Mirko Lomuscio