Memorie di un cyborg: intervista esclusiva al misterioso Alex Zaum

Buongiorno a tutti! Oggi intervista speciale ad Alex Zaum, amministratore dell’associazione di Sci-fi pop culture e scrittore presso la Eden Editori, che ci ha gentilmente concesso alcuni momenti del suo tempo prezioso per rispondere alle nostre domande.

Ciao Alex, com’è stata la tua esperienza da scrittore?

E’ stato un percorso appagante. Un po’ come scalare una montagna, raggiunta la vetta mi sono guardato alle spalle e mi sono sentito soddisfatto di aver portato a termine il mio obiettivo. Almeno dal mio punto di vista, portare a termine un romanzo non è stata una cosa semplice. Mi sono perso più volte lungo la strada, distratto da altre attività più urgenti o remunerative. Poco, invece, mi sono curato dei giudizi degli altri, positivi o negativi che fossero: è una cosa che ho fatto principalmente per me stesso. Certo, potere trasmettere un’opera così personale ad altre persone e, magari, a mio figlio che oggi ha due anni ha anch’esso un suo valore.

Parlaci del tuo rapporto con la fantascienza e di Memorie di un cyborg.

Adoro la fantascienza per il suo carattere duale. Essa da un lato rappresenta, per citare Boris Vian “la resurrezione della poesia epica: l’uomo e il suo superamento, l’eroe e le sue imprese, la lotta contro l’ignoto”. Dall’altro lato, e qui sto pensando a Philip Dick, la fantascienza è un modo per parlare di filosofia, religione e politica senza la stucchevole retorica che oggi imperversa. In parole povere, dietro tutti i capolavori della fantascienza si nasconde, in chiave allegorica, un’articolata riflessione sulla società e sul senso della vita. Ho scritto un articolo, su Sci-fi Pop Culture, proprio su questo tema, che qui non posso per ragioni di sintesi sviluppare adeguatamente. Memorie di un cyborg è un romanzo distopico, ovvero ambientato in un futuro oscuro e decadente, ma è anche un giallo, in cui un cyborg che sta perdendo la sua memoria cerca di risolvere l’enigma dietro un furto misterioso. La trama si sviluppa in una maniera assolutamente originale. Qualche lettore è riuscito ad anticipare la conclusione, ma prevalentemente si è trattato di un colpo di scena inaspettato.

Sci-fi pop culture: com’è nata e soprattutto che progetti avete per il futuro?

E’ per me evidente che il futuro dell’informazione passa per il web e, probabilmente, più tramite le pagine social che i siti tradizionali. In Italia, mancava una pagina di riferimento sulla fantascienza e, per di più, mancava una pagina che non si limitasse a recensire le nuove uscite, come fanno la maggior parte delle pagine facebook, ma approfondisse gli aspetti artistici legati al genere sci-fi. Sci-fi pop culture è quindi nata con l’ambizione di proporre contenuti diversi e di divenire la prima pagina in Italia in termini di seguito. Dopo circa un anno siamo riusciti a raggiungere il primato nazionale, ma ora ci tocca la parte di più difficile, crescere anche fuori dal nostro paese. Anche sulla qualità abbiamo raggiunto un buon livello, ma possiamo migliorarci. Scrivetemi se avete idee o volete collaborare con me e gli altri redattori.

Hai intenzione di scrivere anche un seguito di Memorie di un cyborg?

Sì, ho già in mente una trilogia. Però ho altri progetti prioritari, come quello di Sci-fi pop culture e di scrivere una Guida illustrata sulla fantascienza, quindi me la prederò con la dovuta calma.

Secondo te che caratteristiche dovrebbe avere un buon distopico?

Credo che il background distopico fornisca ottimi spunti narrativi. Grazie alle condizioni ambientali esasperate, lo scrittore può infatti esplorare le psicologie dei protagonisti, condurre analisi sulle contraddizioni della società del suo presente, creare contesti avventurosi e pregni di mistero. Inoltre, la distopia è un genere particolarmente adatto al presente, perché in grado di esorcizzare le paure indotte dalla crisi economica, migratoria e ambientale in corso. Molte recenti distopie non sono altro che l’allegoria della perdita del benessere economico, per essere espliciti. Il rischio di questo genere è che, essendo oggi mainstream, si ripeta, di avviti nei suoi cliché, non abbia nulla di nuovo da dire. Ciò detto, la qualità di un’opera letteraria dipende da tanti fattori, più o meno oggettivi, che prescindono dallo stesso genere letterario in cui l’opera può essere inserita.

Quali sono i tuoi film e libri preferiti?

Questa risposta dipende molto dalla sensibilità del momento. Restando nel genere cinematografico fantascientifico, oggi ti posso dire che a livello cinematografico i miei film preferiti sono Matrix delle Wachowski, Blade Runner di Scott e Atto di forza di Verhoeven. Tra i libri, Dune di Herbert, L’ombra dello scorpione di King e Il ciclo della Fondazione di Asimov. Tra gli autori però non posso non citare Philip Dick: la fantascienza contemporanea è pervasa dalle sue geniali intuizioni.

 

Debora Parisi

© Riproduzione Riservata