L’ombra della farfalla: intervista esclusiva a Leonardo Seren Rosso

Leonardo Seren Rosso è un autore emergente nel mondo self torinese che ha conquistato diversi autori piemontesi. Oggi scopriremo i retroscena dei suoi due libri: Clessidre senza sabbia e L’ombra della farfalla.

Ciao Leonardo, parlaci di te e della tua esperienza da scrittore. 

Buongiorno a voi! Sono nato a Torino e vivo a Moncalieri; ho 34 anni e da più di 10 amo scrivere. Inizialmente si era trattato di articoli di giornale per un settimanale locale. Successivamente, la vera passione per la scrittura si riversò nella stesura di racconti brevi. Uno di essi si allungò fino a diventare il primo romanzo da me pubblicato – Clessidre senza sabbia. Negli anni seguenti ho scritto un secondo libro: L’ombra della farfalla. Durante l’esperienza dello scrivere, ho imparato molto, ho compreso tecniche di scrittura che non conoscevo, nuovi autori da leggere oltre che persone reali con cui condividere questa passione.

Parlaci dei tuoi libri. Sbaglio o hanno anche una struttura particolare: ci sono indizi che rimandano a determinati elementi extra-narrativi. 

Entrambi i miei romanzi possono considerarsi libri d’avventura, il secondo più vicino al genere giallo. Si sviluppano nell’intreccio dei loro personaggi in un ritmo, nel mio intento, crescente. Al di là della storia in sé, ho voluto affrontare tematiche che ritengo importante nella vita. Sia in Clessidre senza sabbia che ne L’ombra della farfalla si parla del tempo, del suo scorrere, del suo immenso valore. Il tempo è l’unica grande risorsa non rinnovabile, la sua fruizione è fondamentale. Il tempo passa, a volte troppo velocemente e tutti i miei personaggi devono in qualche modo combatterlo fino a capire che si tratta di una battaglia impari. Per fare un esempio, nel romano L’ombra della farfalla, il protagonista si sveglia da un lungo sonno causato da un incidente e sono passati più di dieci anni. Dovrà far fronte ad una realtà che non riconosce che rifiuta. Nel filone narrativo “giallo”, il tempo sarà il tavolo da gioco dove si affronteranno il detective e l’assassino. Oltre al tempo, tratto del tema dell’amicizia, del rapporto tra genitori e figli. Per quel che riguarda i luoghi in cui si svolgono i due romanzi, ho spaziato tra diverse città europee a cui sono affezionato (Barcellona, Parigi e Torino) e posti immersi nella natura nel primo, mentre il secondo si svolge interamente a Torino.

Quali autori o generi ti hanno influenzato? 

Da piccolo amavo leggere i gialli di Agatha Christie, i loro intrecci narrativi sono unici. Da quelle letture ho imparato come si può giocare con il lettore, nascondendogli la verità fino al colpo di scena. Crescendo, mi sono legato ad autori più moderni come Raymond Carver, per il suo stile di scrittura, Carlos Ruiz Zafon, per la capacità di creare atmosfere uniche. Mi piace leggere thriller e non c’è un autore che preferisco su tutti, ma da ognuno di loro prendo spunto e ispirazione. Faccio un’ eccezione per un autore italiano, Donato Carrisi, che mi ha particolarmente appassionato. Per la scrittura dei miei libri sono stato influenzato non soltanto dalla narrativa, ma anche dal cinema e dalla vita reale.

Hai un nuovo romanzo in mente? 

Sto scrivendo dei racconti e uno di loro che non vuole terminare in poche pagine, mi sta strizzando l’occhio… chissà che anche lui non diventi un romanzo. Mi piace prendermela comoda per la scrittura, forse passerà uno, due anni prima della prossima pubblicazione… sarà il tempo che passo con i miei personaggi. La stesura della storia o dei racconti è uno dei momenti che mi arricchiscono di più.

Parlaci del mondo self. 

Il self-publishing è una valida alternativa alla tradizionale pubblicazione con una casa editrice. Nonostante spesso venga ritenuta una soluzione di “serie B”, penso che possa essere una buona strada per vedere realizzato il sogno della pubblicazione. Esistono diverse piattaforme self che offrono diversi servizi che offrirebbe anche un editore. Come per ogni scelta, ci sono dei pro e dei contro e spesso la scelta è dettata anche dalla personale voglia di essere più o meno liberi nella gestione della propria opera: con il self-publishing hai molta più libertà e meno vincoli contrattuali. Il consiglio che voglio dare, in ogni caso, è di non lasciare in un cassetto le idee o ciò che avete scritto. Se avete scritto qualcosa e quelle parole posso possono arrivare all’immaginazione di qualcuno, non tenetele per voi.

 

Debora Parisi

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