L’Eden a Kebili

La quiete alata del giardino,

il canto variopinto degli uccelli

e tu rapita dalla luce

che smoriva, t’abbandonavi

all’acqua, tra vibranti

effluvi d’ibisco e d’oleandri.

E se non fosse l’Eden

il giardino a Kebili, l’ oasi

dai miraggi infiniti…

Se quei miraggi fossero

raggiri del fato, le sue lusinghe

e non fausti presagi…

Se la malia dell’oasi fosse ordita

da un misterioso reggitore

e avesse apprestato l’incanto

del giardino per rivelarti

che la ritrovata felicità era

effimera come un  miraggio…

Soltanto una certezza:

nel deserto, tra le dune roventi,

aghi d’arido vento

trafiggevano l’oro della sabbia.

Testo Danila Olivieri