Le mie cose preferite: recensione

Prima che io scriva le mie impressioni su questo libro, una premessa è doverosa, conosco il genere Harmony e ne ho letti abbastanza da capire quando un racconto romantico o erotico, funziona oppure no.

Nel caso de Le mie cose preferite mi sono trovata spesso distante dalla protagonista, Irene, che delusa da una relazione che non la soddisfa, lascia il fidanzato storico, per buttarsi a capofitto, e quasi con incoscienza, in una relazione nuova, con uno poco più che sconosciuto. Tale Lorenzo Arduini, avvenente professore e ricercatore, che in brevissimo tempo farà capitolare la nostra dottoressa allo sbando.

Anche questa situazione, tra le altre mi ha convinto poco, il fatto che tra Lorenzo e Irene succeda tutto così in fretta, che lei non si faccia neanche una domanda, passando dal darsi del voi con Lorenzo,, al tu e al sesso, praticamente nel tempo di una manciata di ore.

In compenso, tra tutto, si fa di nuovo vivo l’amico di sempre, Andrea, che da anni sperava in qualcosa di più di una semplice amicizia, ed ora che crede che l’amica sia single, gioca le sue carte.

Questo ragazzo, definito più volte tenebroso e con il tipico atteggiamento da Casanova dalla protagonista, si fa avanti, sfacciatamente, ed il suo atteggiamento spavaldo, così  come il suo carattere genuino e accattivante, sono le cose che mi hanno colpito di più dell’intero libro, forse le uniche.

Ho trovato tutto il resto del romanzo, piatto, a tratti insopportabile, come l’indecisione della protagonista, e nello stesso tempo il suo ripetersi costantemente di essere sexy, di voler cambiare, seguire il momento, come se non volesse pensare veramente al peso e alle conseguenze delle sue azionj.

 

Mi è sembrato di leggere i deliri di una quindicenne, al posto della protagonista quasi trentenne.

Il fatto poi  di scrivere il romanzo in prima persona mi ha reso la lettura molto difficoltosa e, a tratti, ridondante.

I momenti piccanti, o romantici, sono stato descritti frettolosamente, senza un minimo di empatia e di introspezione nei personaggi coinvolti, troppa l’attenzione alle ambientazioni, ai dettagli banali come citare in un crescendo le marche famose degli oggetti, tutto ciò secondo me, non ha fatto altro che sviare l’attenzione da ciò che vivono i protagonisti, sia esso sesso, o sentimento, che in un libro come questo devono essere poi le basi.

Se l’intento era quello di scrivere un romanzo erotico, mi azzarderei a dire che non è molto riuscito. Lo stile mi è sembrato troppo acerbo, poco curato.

 Il finale, dove comunque il lettore si aspetta che comunque vada, tutto si risolva per il meglio, è carente.

Irene sceglie, ma tutto viene lasciato, come sospeso, tranciato di netto, non c’e una vera conclusione, una svolta consapevole della protagonista, tutto sembra chele cada addosso e basta, senza un motivo.

Personalmente, ma ovviamente questo resta solo il mio parere, mi aspettavo molto di più e non consiglierei la lettura a chi cerca una bella ed eccitante storia d’amore.

 

Samanta Crespi

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