La peggiore settimana della mia vita: intervista esclusiva a Silvia Menini

Silvia Menini nasce a Verona, frequenta la scuola Holden di Torino e poi scrive ben tre romanzi, che tiene custoditi nel cassetto sperando che un giorno qualcuno li tiri fuori.

Giornalista pubblicista e sommelier, collabora con la rivista online Mondo rosa shokking dove scrive di vini, libri e un po’ quello che le capita; ha il blog Il cavalibri, dove abbina a ogni libro un vino.

Il suo romanzo edito nella collana Youfeel di Rizzoli, La peggiore settimana della mia vita, è una storia divertente e rocambolesca, un intreccio di intrighi e malintesi in cui l’amore complica – e risolve – ogni cosa.

La protagonista è  Camilla, una ragazza di trentaquattro anni stufa del ruolo marginale e dello stipendio da fame che le sono riservati nell’azienda in cui lavora: ufficialmente area manager per un produttore di patate di ogni formato e sapore, in realtà si limita ad assicurare la quotidiana dose di caffeina alla sua tirannica responsabile.

Sospettando una storia clandestina fra questa e il titolare dell’azienda, Camilla escogita un piano per incastrarli e costringerli ad accordarle quanto le spetta. Peccato che Camilla non sia dotata del fiuto di Richard Castle né dell’agilità delle eroine di Occhi di Gatto, il suo cartone animato preferito.

Mentre il suo piano infallibile crolla miseramente, un irresistibile sconosciuto incrocia il suo cammino. Una volta. Due. Tre. Un caso? E se, oltre a lei, ci fosse qualcun altro che trama nell’ombra per realizzare i propri obiettivi?

Se siete curiosi di scoprire altre curiosità su questo frizzante romanzo, leggete l’intervista qui sotto!

Ha carta bianca e tre aggettivi per descriversi…

Determinata, ironica, tenace. Tre fattori che non mi fanno mai demordere e perseguire sempre i miei obiettivi in maniera quasi spasmodica.

Mai senza?

Il mio computer. Vi è racchiusa praticamente tutta la mia vita e i miei sogni.

Cosa le piace leggere?

Leggo un po’ di tutto ma prediligo i romanzi rosa, chick-lit e i gialli. Amo spaziare perché da ogni libro, da ogni autore, c’è sempre qualcosa da imparare, immagazzinando magari uno stile nuovo, idee nuove, una creatività a cui magari poter attingere. Amo i romanzi che ti catturano fin dalle prime pagine, ti fanno immedesimare e che non vedi l’ora di tirare fuori dalla borsa e leggere, lasciandoti poi un vuoto dentro appena terminati.

Se dovesse esprimere tre desideri?

Vedere realizzati i miei sogni, accontentarmi di quello che ho, essere felice. Facile no? Soprattutto coerente… 😀

La sua vita in un tweet?

Ma chi me lo ha fatto fare?

Ci parli del suo ultimo romanzo. A chi lo consiglierebbe e perché?

Il mio ultimo romanzo mi rispecchia in pieno. Ironico, con una vena romantica e un pizzico di mistero. La protagonista, Camilla, non si accontenta di quello che ha, soprattutto dal punto di vista professionale. Vorrebbe qualcosa di più, non essere più la galoppina della sua capa isterica e un po’ menefreghista e di un proprietario d’azienda a cui fa praticamente da segretaria e a cui serve innumerevoli dosi di caffeina. Vorrebbe l’autonomia di fare il suo lavoro, un po’ più di considerazione e una carriera che finalmente le permetta di concedersi un appartamento come si deve. Con questo obiettivo in testa idea un piano che nella sua testa ha un filo logico e che le permetterà di ottenere quello per cui ha tanto sudato. Ma il suo fiuto non è come quello di Castle, serie tv che ama tanto, né tanto meno ha l’agilità delle sue eroine da bambina: Occhi di gatto. Il suo piano la porterà in un pasticcio più grande di lei. Ma se al suo fianco c’è l’ex fidanzato e una nuova entry tutta da scoprire… be’, magari qualcosa di buono ne viene pure fuori. Sicuramente lo consiglio a chi ha bisogno di una distrazione e che, come me, ama l’ironia per combattere la noia e una routine che spesso ci soffoca.

Come nascono i suoi personaggi, vi è un collegamento con la realtà?

I miei personaggi nascono un po’ per caso. Sono loro a prendere in mano la situazione e a crearsi una propria personalità. Inizio a scrivere con una vaga idea di quello che potrebbe succedere ma poi sono loro a dettare le regole e a combinare i guai in cui si ritrovano sempre in mezzo. È questo che mi piace dello scrivere… inizio senza sapere come andrà a finire.

Le ambientazioni che sceglie provengono dal reale o sono anche una proiezione dell’anima?

Un mix, direi. In testa mi figuro casa mia, casa dei miei genitori o quella di parenti e amici e poi le traslo in una città diversa, che si adatta meglio alla storia. Per quanto mi riguarda la location e l’ambientazione hanno più un ruolo funzionale alla vicenda e mi aiutano a costruire le azioni dei personaggi.

Come può riassumere ai suoi lettori il suo romanzo? Qual è il messaggio che vuole trasmettere?

Nella vita, anche se difficile e spesso distante da quella che ci eravamo immaginate, non bisogna mai mollare ma lottare per i propri obiettivi, magari usando anche un pizzico di follia e di autoironia che ci aiuta a superare tutte le avversità e a vedere anche il lato bello delle cose.

Con i miei romanzi voglio far ridere e sorridere le persone, farle divertire e distrarle da una routine che spesso ci ingabbia e ci rende un po’ più tristi di quello che vorremmo.

È già al lavoro su un nuovo libro?

Ho mille libri nel cassetto. Ne produco più di quelli che riesco effettivamente a pubblicare. Ne ho iniziato a scrivere uno nuovo, ma procedo a piccoli passi, rispettando i ritmi dei miei personaggi e chissà…

 

Silvia Casini

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