La fine del mondo arriva di venerdì: recensione

Buongiorno lettori! Immergiamoci nelle rievocazione storiche… parliamo del romanzo di Isabel C. Alley, autopubblicato il 5 luglio 2017, La fine del mondo arriva di venerdì.

Può una piccola decisione, apparentemente priva d’importanza, cambiare un’intera esistenza? Può l’amore, il sentimento più brillante e puro che esista, risvegliare un cuore assopito e renderlo allo stesso tempo così vulnerabile? Giulia avrebbe potuto ottenere la vita perfetta: una brillante carriera da avvocato, due splendidi bambini, un marito medico elegante e distinto. Invece si ritrova sola, in una mattinata di fine giugno, a boccheggiare per i trenta gradi della sua casa e il post-sbronza del venerdì sera.

Durante il suo viaggio verso una meta solida e sfarzosa, uno strano meccanismo arriva a cambiare la direzione dei binari su cui il treno Giulia si sta muovendo: un meccanismo che porta il nome di Lia. È la sua nuova coinquilina, romana, con una zazzera enorme di riccioli in testa, a scuotere Giulia dall’apatia che tormenta le sue giornate, portandola con sé nel mondo della rievocazione storica. È là, tra allegri festeggiamenti, danze intorno al fuoco, abiti di lino e radure immerse nei monti che Giulia conosce la libertà, la spensieratezza, l’amore. È là che conosce Fran. Fran, capace di portare l’oro dell’estate nel grigio inverno di Giulia. In estate, però, nascono anche le tempeste e non sempre le tempeste si placano. La fine del mondo può arrivare nel momento più inaspettato, prendendo da sola un appuntamento con ognuno di noi. Per Giulia ha scelto il venerdì.

Il romanzo ti prende dalla prima pagina fino a metà più o meno. Intrigante l’inizio, analizza molto bene alcuni sentimenti e la personalità dei personaggi (anche se a tratti sono troppo artefatti). Il contesto della rievocazione è la parte più interessante e originale, dando quel punto in più a tutto il libro.

L’autrice è bravissima a farti immergere nell’atmosfera leggera e calda delle Tuete facendoti sentire lì, in quel momento. La parte intrigante non è solo la rievocazione storica ma soprattutto il risvolto della crescita personale da parte della protagonista intrappolata in una vita che crede di volere e che poi scopre non calzarle affatto.

Ho avuto però dei grossi problemi verso metà, quando iniziano dialoghi molto forzati e ripetitivi che hanno appesantito molto la storia, caratterizzazioni che finiscono in nulla e sono andata avanti solo perché volevo capire quali eventi avessero portato alla situazione che troviamo all’inizio.

E’ stato molto molto faticoso arrivare alla fine e non vi nascondo di aver saltato pagine. I personaggi sembrano troppo costruiti e soprattutto non hanno una credibilità soprattutto alla fine (per i dialoghi molto forzati come dicevo prima), la protagonista Giulia principalmente nella prima parte è molto ben descritta, anche perché si vede molto la sua voglia di cambiare e la sua foga di andare avanti, ma nell’ultima parte è noiosa e ripetitiva (un po’ come tutto il romanzo alla fine.

Il personaggio di Lia invece è molto radioso e positivo. Fran, al contrario, non mi ha convinto a pieno.
Lo stile di scrittura dell’autrice è buono ma niente di eccezionale. Ma detto questo è stata una lettura piacevole fino a metà. Comunque, il tutto è molto scorrevole tranne l’ultima parte del romanzo.

Buona lettura a tutti!

 

Giulia Paternò

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