Intervista col vampiro: recensione

Edito nuovamente da Longanesi, ma la prima edizione è fieramente rivendicata da Salani nel 1993, Intervista col vampiro è il capolavoro di Anne Rice, regina indiscussa dell’horror e dei vampiri.

L’autrice si presenta da sola, questo è il romanzo che l’ha lanciata nel panorama mondiale dell’horror, essendo anche stata denominata come “la nuova Bram Stoker”.

Il libro ha avuto anche una buona rappresentazione cinematografica con un giovane Brad Pitt nel ruolo di Louis du Lac.

Nata a New Orleans nel 1941, vanta fin dagli esordi una grandissima cultura letteraria e con Intervista col vampiro, l’allora giovanissima Anne lancia il primo libro della famosissima serie Le cronache dei vampiri (il primo, ovviamente, è Intervista col vampiro, seguito a ruota da: Scelti dalle tenebre, La regina dei dannati, Il ladro di corpi, Memnoch il diavolo, Armand il vampiro, Merrick la strega, Il vampiro Marius e Il vampiro Blackwood che consiglio vivamente).

I due protagonisti indiscussi sono Louis de Point du Lac, conosciuto come “il vampiro dagli splendidi occhi verdi malinconici, che incontra Lestat de Lioncourt, vampiro immortale ed invincibile.

Lo sfondo è una Parigi dell’ottocento oscura, maledetta ma bellissima. Successivamente a scena si sposterà anche in tutta Europa.

La storia viene presentata tramite la modalità dell’intervista, fatta da un giovane curioso, Daniel, affascinato immediatamente dal bellissimo Louis.

L’atmosfera in cui siamo immediatamente immersi è oscura, tenebrosa, affascinante, a tratti horror e Louis si rivela ben presto a Daniel per quello che è: un vampiro. Nonostante la condizione di non-morte di Louis, Daniel non si ferma e continua l’intervista.

Così inizia il racconto di Louis: la sofferenza per la sua grave perdita in famiglia, il suo lato umano che non accenna a spegnersi ma che, anzi, continua a crescere, maturare, di giorno in giorno.  Lestat, in questo primo libro, invece, viene descritto nella sua modalità più oscura, cattiva, inumana, e Louis ne è profondamente terrorizzato: è da solo contro colui che si definisce il Male assoluto. 

Tutto ciò fin quando Louis, cercando di spegnere i suoi istinti troppo umani, va in una casa dove c’è una giovane donna morta con la sua bellissima bimba accanto.

Come preso da istinto irrefrenabile, Louis si avventa sulla bambina e ne beve il sangue, quasi uccidendola.

Tornando nella principesca casa di Lestat, l’affliggono sensi di colpa indicibili e le sue domande sul vampirismo all’altro non-morto diventano sempre più incalzanti.

La notte seguente la coppia di vampiri esce per nutrirsi e, con l’inganno, Lestat porta Louis di nuovo dalla bambina e trasforma la bellissima in una vampira, una contraddizione non-vivente.

Quest’ultima sarà Claudia, compagna-bambina di Louis, che condividerà con il vampiro dagli occhi tristi le arti: filosofia, musica, storia e via dicendo.

Ma non solo, la bimba condivide anche alcune caratteristiche di Lestat: spietatezza nell’uccidere, la durezza e il cinismo. La storia va avanti e Claudia cresce ma solo nell’anima e nella mente, vivendo sempre a contatto con Louis e Lestat.

I due vampiri filosofi iniziano a sviluppare un’idea terrificante ma ammaliante: uccidere Lestat. Così, nascerà un nuovo intreccio, finalizzato ad uccidere Lestat.

Dopo aver fallito una prima volta, il vampiro sarà bruciato da Louis e Claudia, ormai liberi di fuggire.

I due vampiri superstiti inizieranno a girare per tutto il mondo, giungendo anche in Italia, dove Louis farà la conoscenza di una compagnia teatrale con un capo molto particolare: un altro vampiro, che conosciuto anche da Lestat, Armand.

Tra i due nascerà una connessione innata (che si manterrà in quasi ogni libro della serie) ma che darà molto fastidio a Claudia.

Ben presto, la bimba vampira sentirà delle contraddizioni nella sua anima che la porteranno quasi alla pazzia, da qui l’idea sofferta di Louis: uccidere anche lei.

Louis è forse il personaggio che più preferisco nella serie nata dalla penna di Anne Rice: è pieno di contraddizioni nell’anima, gli piace far crescere a dismisura la fame e poi scagliarsi con violenza contro la vittima; è un filosofo e come tale si comporta.

Per Lestat il discorso è diverso, si tratta di un personaggio così sfaccettato che per avere un quadro completo sarebbe necessario leggere a fondo tutti i libri della serie: bipolare, triste, dannato, amato, odiato, profondo, esteta, duro, debole, invincibile, pieno di sé, oscuro e potrei continuare con gli aggettivi per mezza pagina.

Claudia è forse il personaggio che meno preferisco: è una donna-bambina, una vampira all’interno della quale si agitano oscuri sentimenti e passioni.

La bimba, nonostante gli anni che passano, rimane sempre uguale nel corpo ma nella mente no, e ne soffre profondamente.

Nutre un trasporto profondo per Louis ma è oscuramente attratta da Lestat, è gelosa del primo e non vorrebbe condividerlo con nessuno, come farebbe una bambina col suo giocattolo preferito.

Il romanzo, per la maggior parte, è giocato su loro tre, inizialmente solo su Louis e Lestat, poi arriva Claudia e infine giungono anche gli altri vampiri che saranno fondamentali anche per i libri seguenti: Armand, Marius e Daniel.

L’autrice ha avuto un’abilità incredibile a muoversi solo con tre personaggi senza annoiare il lettore. È un libro che spesso tende al filosofico, psicologico, con lunghi monologhi dei nostri vampiri che vanno capiti, letti con attenzione e critica.

Intervista col vampiro è un libro che merita e va letto con molta attenzione, con la maturità giusta, e si potrebbe facilmente cadere nella noia nel caso in cui non piaccia il genere o il modo di scrivere dell’autrice, non proprio facilissimo ma che prende dannatamente.

Amo questo libro, Anne Rice è la regina indiscussa dell’horror, seconda solo a Bram Stoker.

Va letta e amata, soprattutto considerando il fatto che, oggi, dopo l’avvento di Twilight, il fenomeno del vampirismo è diventato solo un gioco innocuo.

Questo è il vero vampirismo: niente sbrilluccichii, vegetariani, donne deboli, ridicoli comportamenti, assurda bontà e vampiri che sono fin troppo inseriti nel mondo umano.

Permettetemi, il vampiro è un essere antico, rabbioso contro il mondo, amante delle arti, completamente slegato dagli affetti nella maggior parte dei casi, talvolta geloso degli esseri umani ma mai suo amico.

Alcuni vampiri delle Cronache potrebbero apparire “amici” di umani o “compagni” fra loro ma l’istinto del vampiro di Anne Rice (e Bram Stoker) è la solitudine.

 

Manuela Vitale

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