Il miracolo: recensione

Alle porte del referendum che sta per fare uscire l’Italia dall’Europa, in un’operazione di polizia viene ritrovata una statuetta della Madonna che piange sangue. Questo evento inspiegabile sconvolgerà le vite di un giovane premier, un prete che ha perso la via della fede ,un generale dei carabinieri disposto a tutto pur di proteggere la sicurezza nazionale ed un’ematologa desiderosa di salvare la propria madre dal suo stato vegetativo.

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La serie tv di produzione Sky parte subito forte: assistiamo ad un blitz di una truppa di polizia armata di tutto punto ai danni del boss Molocco che viene ritrovato ricoperto di sangue nel suo covo. Da una tale introduzione, i più impazienti potrebbero farsi un’idea sbagliata della serie tv credendo che Il miracolo sia una fiction che segue la moda del momento del romanzo thriller con correlate gang come può essere per Gomorra, Romanzo Criminale e Suburra ma bisogna aspettare il personaggio del prete di un magistrale Tommaso Ragno per rimanere sorpresi.

Il prete Marcello non si può definire un personaggio originale perché si può pensare , purtroppo, che i sacerdoti nei loro conflitti di idee cadano nello stadio più radicale della pedofilia ma Ragno dà al prete Marcello un’oscurità non ben identificabile e talmente affascinante che la sua vicenda può essere il quadro completo del caso della statuetta.

A fare da sfondo al miracolo della statuetta abbiamo diverse vicende e sottotrame che rendono molto interessanti e ben caratterizzati i personaggi tra cui il rapporto tra il premier Lorenzo Pietromarchi ,interpretato da un freddo Guido Caprino, e sua moglie Sole, interpreta da Elena Lietti, e i disperati tentativi dell’ematologa Sandra ,interpretata da Alba Rorwacher, di far rinsavire la madre.

In onda l’8 maggio su Sky, Il miracolo si preannuncia come una serie avvincente e dal fascino molto gotico capace di lasciare attaccati gli spettatori al divano di casa e di instillare in loro la curiosità, una volta finita una puntata, di vedere che cosa succederà nell’altra, poiché i misteri in questa serie non sono affatto banali e soprattutto fanno molto riflettere sulla nostra spiritualità.

 

Valerio Panzolini

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